Airola, rientra violenta rivolta nel carcere minorile: “Lotta tra mini clan di camorra”

Per ore altissima tensione. Due agenti feriti. La denuncia del Sappe: “Devastate celle e una sezione detentiva. Colpa della legge che consente la presenza nell’istituto di ultra 21enni: sono piccoli boss”

E’ rientrata la rivolta all’interno del carcere minorile di Airola, nel Sannio. “La situazione è sotto controllo” assicura all’Ansa Giuseppe Centomani, dirigenti del Centro Giustizia Minorile della Campania. Ma per ore è rimasta altissima la tensione nel penitenziario, dove è andata in scena una violenta rivolta da parte della quasi totalità dei giovani detenuti. La sommossa è stata sedata grazie all’intervento di una trentina di agenti di polizia penitenziaria provenienti anche da Nisida, dal carcere di Benevento e dal centro di prima accoglienza di Napoli. Nessun detenuto sarebbe rimasto ferito. Nel corso della protesta i ristretti hanno devastato celle ed una sezione detentiva. Da quanto si apprende, a scatenare la ribellione sarebbero stati i disagi relativi al vitto e alla fornitura di sigarette. I detenuti hanno minacciato gli agenti con i piedi di legno dei tavoli e i manici di scopa: due gli agenti della polizia penitenziaria seriamente feriti (e non tre come riferito in un primo momento) . Sul posto, oltre ai soccorritori del 118 di Airola, sono intervenute le pattuglie della polizia e dei carabinieri per aiutare gli agenti penitenziari a sedare gli incidenti. Almeno una quindicina i detenuti minorenni coinvolti.

Donato Capece, segretario generale del Sappe lancia però un’ombra sinistra sulla rivolta. “E’ una manifestazione di forza da parte di clan della criminalità organizzata che si sono formati all’interno del carcere. La rivolta – sostiene Capece – è scoppiata per questo, è una lotta tra bande e uno dei clan ha voluto così dimostrare che è più forte e che riesce a tenere in scacco anche lo Stato. Il problema è che l’ordinamento consente la presenza di ultra 21enni – aggiunge – Sono piccoli boss che portano avanti una lotta per la supremazia. L’ennesima dimostrazione che il carcere è una università del crimine. Ed è grave che non siano stati raccolti, nel corso del tempo, i segnali lanciati dal Sappe sui costanti e continui focolai di tensione del carcere minorile airolano”.  A promuovere la rivolta sarebbero stati alcuni detenuti maggiorenni che gravitano nell’orbita di clan camorristici napoletani.

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