A Napoli chiude casa per donne maltrattate? “Risparmiano 37mila euro, Dolce&Gabbana li devolvano”

La proposta della neoconsigliera comunale Laura Bismuto: “Chiediamo agli stilisti di compiere un atto di responsabilità sociale per Casa Fiorinda, con una sottoscrizione”

Chiude Casa Fiorinda, l’unica casa d’accoglienza in Città per le donne maltrattate e la neoconsigliera comunale Laura Bismuto della lista “De Magistris sindaco per Napoli” scende in campo e lancia una significativa proposta agli stilisti di moda Dolce e Gabbana. “Dolce e Gabbana hanno organizzato un grande evento a Napoli, hanno pubblicizzato i loro vestiti beneficiando delle principali strade cittadine senza pagare la tassa di occupazione del suolo, risparmiando ben 37 mila euro. Bene. Chiediamo agli stilisti di compiere un atto di responsabilità sociale, una sottoscrizione straordinaria per impedire la chiusura di  Casa Fiorinda, l’unica casa d’accoglienza in città per le donne maltrattate”. Casa Fiorinda, fortemente voluta dal movimento delle donne di Napoli, è stata attivata 5 anni fa in un appartamento sottratto alla criminalità organizzata nel quartiere di Soccavo ed è stata gestita con continuità, nonostante diverse procedure ad evidenza pubblica e proroghe nelle more di nuovi affidamenti, dall’ equipe dello stesso Ente Gestore, prima in ATI con altre realtà associative di donne, poi da solo. Ma Giovedì 23 giugno, dopo 5 anni di lavoro tra quella mura, le operatrici di Casa Fiorinda hanno dovuto tristemente ma inesorabilmente inventariare, raccogliere e portar via negli scatoloni, non solo gli oggetti presenti in casa, ma storie, passioni, competenze ed impegno politico. Laura Bismuto prima di essere eletta consigliera comunale ha svolto attivamente, umilmente e concretamente il ruolo di militante sociale, molto vicina ai problemi delle persone.

 

“Sono sempre stata  contraria e lontana anni luce da qualsiasi tipo di privatizzazione, temporanea o permanente dei beni della comunità – evidenzia Laura Bismuta – Tuttavia, è inutile nascondere che per un Comune in pre-dissesto come quello di Napoli, le risorse fanno gola. Ma personalmente vivo questa cessione di un pezzo di città, come una violenza, una sorta di prostituzione, come una madre che cede il suo corpo per sfamare i propri figli. Legittimo, ma ingiusto. Moralmente inaccettabile”. Bismuto si è laureata in design per la moda alla Facoltà di Architettura. “Rivendico con gioia ed orgoglio il mio percorso, un percorso che mi ha aperto la mente, e le porte dell’arte, della creatività e della comunicazione – aggiunge Laura –  Perché moda, nel senso alto del termine, è questo, non è progettazione di merce di massa studiata a tavolino e prodotta nei paesi sottosviluppati. Per me la moda è un mezzo, un linguaggio dell’arte per comunicare, provocare, protestare, denunciare, raccontare. Non  so se Dolce e Gabbana rappresentino tutto questo – aggiunge ancora la neoconsigliera comunale –  se è vero come dicono, che attraverso i loro abiti, provano a raccontare il sud, le donne del Sud mi auguro che accettino la mia proposta”. “Avete voluto Napoli come scenario del trentennale – afferma Bismuto –  Avete scelto la Napoli verace, la Napoli dei bassi, la Napoli popolare, la Napoli che fa folklore. Bene. E allora la Napoli che fa folklore, che spesso coincide con una Napoli che soffre, vi chiede rispetto e contributo – puntualizza –  Un contributo reale, con una moneta di scambio che abbia un valore, non meramente economico, bensì sociale. I soldi che avete risparmiato, infatti, per noi rappresentano delle opportunità mancate – dichiara Laura –  E noi non ce lo possiamo permettere, perché il disagio è tanto ed i bisogni infiniti. Investite quelli ed anche di più, per fare un dono reale alle donne in difficoltà. Aiutateci e a tenere aperta Casa Fiorinda – conclude Bismuto – Facciamo in modo che le vostre donne, le nostre donne, possano non vedersi maltrattate due volte. Ma rispettate e sostenute. Non merce, ma, come l’arte, mezzo per denunciare un disagio sociale, un disagio diffuso nel mondo. Destinatarie di un contributo sociale, di un po’ d’amore dal mondo. La moda è donna. E una donna chiede amore, non denaro”.

Ciro Crescentini

(Foto Dolce & Gabbana/Fb)

 

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