
Teste dei Carabinieri: in infermeria solo referti agenti, non dei reclusi
Oggi durante l’udienza del processo sulle violenze e i pestaggi ai danni di oltre 200 detenuti del reparto “Nilo” del carcere di Santa Maria Capua Vetere sono state diffusi i video di tre ore di visione i al rallenty di quasi 70 ore complessive di registrazione delle violenze commesse dagli agenti della polizia penitenziaria e si è proceduta disamina fotografica dei luoghi in cui si svolsero le violenze. Un momento “cruciale” del processo in corso all’aula bunker del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
A descrivere le scene il brigadiere dei carabinieri Medici, che dopo i fatti – avvenuti il 6 aprile 2020 – interrogò i detenuti e si occupò del riconoscimento degli agenti intervenuti.
“La perquisizione partì nelle sezioni tre e cinque del reparto, ed inizialmente, spiega il sottufficiale – parteciparono solo agenti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, quasi tutti con mascherina ma senza casco, quindi facilmente riconoscibili dai detenuti”. Poco dopo arrivarono anche i poliziotti penitenziari del Nucleo Pronto Intervento provenienti dalle carceri di Secondigliano (Napoli) e Avellino, i più violenti durante la perquisizione come emerso da indagini e video, in quanto muniti di caschi e mascherine, tanto che in molti non sono stati ancora identificati.
A comandare il Nucleo era Pasquale Colucci, che nelle immagini viene ripreso mentre è al centro del corridoio della quinta sezione e controlla le operazioni. “In totale per ogni sezione c’erano una cinquantina di agenti”.
La perquisizione straordinaria partì alle 16.06 del 6 aprile quando i poliziotti entrarono alla quinta sezione ed iniziarono a prelevare i reclusi dalle celle.
Già ai primi detenuti – si vede dalle immagini – vennero dati gli schiaffi. Alcuni vennero portati verso la zona passeggio, altri verso l’area socialità; si tratta di quasi 250 metri di distanza dalla celle, duranti i quali, per la procura di Santa Maria Capua Vetere (Alessandro Milita, Daniela Pannone e Alessandra Pinto), i detenuti sarebbero stati picchiati quasi ininterrottamente; qualcuno sarebbe stato addirittura picchiato per quasi 500 metri, cioè anche sulla via del ritorno verso le celle. Dalle immagini si vede un recluso che viene portato a braccio da due compagni, probabilmente verso l’infermeria.
“Avete sequestrato i referti medici per i detenuti feriti e portato in infermeria?“, chiede il pm Pannone. “Non li abbiamo trovati” risponde il brigadiere dell’Arma. “Mi faccia capire – interviene il presidente del collegio di Corte d’Assise Roberto Donatiello – non c’erano i referti medici dei detenuti assistiti il 6 aprile?” “Abbiamo trovato quelli degli agenti, non quelli dei detenuti” ribadisce Medici.
CiCre