Venezuela, una marea di bandiere rosse in piazza: il golpe sta fallendo

Il Presidente Maduro: “In Venezuela non c’è dittatura ma il potere popolare”. Alessandro Di Battista: “Non possiamo permettere che il Venezuela diventi la nuova Libia

Centinaia di migliaia di persone sono scese oggi in piazza  in molte città del  Venezuela per le  celebrazioni del ventennale della Rivoluzione Bolivariana, difendere l’indipendenza, l’autodeterminazione contro il tentativo di Colpo di Stato, la cosiddetta autoproclamazione di Juan Guaidò a presidente. Manovre orchestrate dagli Stati Uniti e da una parte dei Paesi dell’Unione Europea. E Washington continua a violare la sovranità della Repubblica venezuelana, alimentando la guerra civile. Qualche ora fa su Twitter, il consigliere della Casa Bianca alla sicurezza nazionale, John Bolton ha rivolto un appello ai militari venezuelani a non riconoscere più l’autorità del legittimo presidente Nicolas Maduro e  attuare il Golpe. L’esercito venezuelano, invece, continua a ignorare le pressioni statunitensi rimanendo fedele alla Repubblica Bolivariana, alla volontà del popolo.


Una marea di popolo e di bandiere rosse ha invaso Caracas a sostegno del Presidente Maduro. “Il colpo di stato è già fallito. In Venezuela non c’è stata e non ci sarà dittatura, ma potere popolare, vera democrazia” – ha sottolineato  Maduro intervenendo  a Avenida Bolivar – Parlo a tutto il paese e a tutti i venezuelani, perché sono il presidente sovrano di tutto il Venezuela e non di una sola parte”. “La destra smetta di appoggiare un colpo di stato che è già fallito, si renda conto. La smetta di chiedere l’intervento militare degli yankee, la fallita politica imperialista non è riuscita e non riuscirà a sottomettere la dignità del popolo venezuelano” – ha detto  tra gli applausi. “E’ il momento di cercare soluzioni attraverso il lavoro, l’unione nazionale, lo sforzo produttivo di tutto il paese. Non siamo mendicanti, siamo un paese con dignità, onore, orgoglio nazionale. Siamo un popolo che tiene la testa alta“-  ha aggiunto – Il Venezuela è in pace, nonostante la pressione dall’esterno. Chiediamo pace, armonia, unione nazionale”. Nicolas Maduro si dice pronto a dialogare con l’opposizione venezuelana e, indica i temi da affrontare in un eventuale tavolo. “L’economia è la priorità nell’agenda. Il secondo punto è la pace, la giustizia in Venezuela”– ha sottolineato ancora  Maduro – Sono pronto a dialogare per risolvere i problemi tra venezuelani. Quando vogliono, dove vogliono. Il governo degli Stati Uniti non vuole il dialogo, il governo imperialista di Donald Trump ha un piano macabro contro il Venezuela – ha aggiunto Maduro- Alla Casa Bianca governa il Ku Klux Klan, si sono tolti la maschera e mostrano il loro volto terribile. I golpisti ogni giorni ricevono ordini da Mike Pence, John Bolton, Mike Pompeo”. Il presidente venezuelano Maduro  si è dichiarato favorevole allo svolgimento di elezioni politiche anticipate nel corso di quest’anno, mentre sono previste nel 2020 e annunciato la convocazione di una Consulta nazionale, “attraverso comitati (cabildos) bolivariani aperti”. “Andremo alle elezioni parlamentari – ha assicurato – Sono d’accordo che si rilegittimi il potere legislativo”. Il presidente Maduro, infine “ha ringraziato per la solidarietà che si è manifestata ovunque. A New York, a Boston, a Madrid, a Saragozza, a Roma”.

Alessandro Di Battista(M5S): Il governo italiano non riconoscerà mai un presidente autoproclamatasi, non possiamo permettere che il Venezuela diventi la nuova Libia. Non possiamo permettere che il Venezuela diventi la nuova Libia. Non e’ questione Maduro si’ o Maduro no. Il  punto oggi per quanto mi riguarda e’ spingere l’Italia affinche’ sposi la linea Messico-Uruguay, una linea rivolta ad un tentativo di dialogo tra governo e opposizione per trovare una strada migliore per il Venezuela”. Lo ha affermato Alessandro Di Battista a margine del comizio elettorale a sostegno di Sara Marcozzi alla Regione Abruzzo svoltosi a Chieti cui ha preso parte anche il vicepremier Luigi Di Maio.”Se pensiamo di dare un ultimatum, sanzioni, congelamento dei beni venezuelani e chissà cos’altro significa già aprire la strada ad un intervento armato tale e quale a quello che è successo in Libia. Se oggi subiamo i flussi migratori – ha aggiunto – è perchè nel 2011 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano spinse il Governo Berlusconi che si è piegato in maniera pavida, a dare il via a bombardamenti Nato soprattutto francesi, inglesi e americani che hanno destabilizzato la Libia e hanno fatto cadere Gheddafi. E che è successo? La Libia è un inferno. La nostra Costituzione- ha concluso – tutela la pace all’articolo 11 per cui il nostro governo deve favorire il dialogo. Questo governo, quello dei 5 stelle, non riconoscerà mai un presidente autoproclamatosi”.

Partito Democratico, Fratelli d’Italia, Berlusconi e Forza Italia, contro il presidente Maduro – Il Partito Democratico è con l`opposizione venezuelana e contro il regime di Maduro”. Lo dichiara Lia Quartapelle, capogruppo del Pd in Commissione Esteri alla Camera, che, insieme ai deputati Giachetti, Nobili, Ceccanti, Ascani e Sensi, si è recata a Piazza Santi Apostoli a Roma dove si è tenuta la manifestazione in favore di Guaidò. Una manifestazione-flop, presenti una quindicina di persona. Notata la presenza dell’esponente piddino Pier Ferdinando Casini che arringava la “folla” armato di un megafono.

“Ho incontrato la comunità venezuelana dell’Abruzzo. Forza Italia sta con il popolo e la democrazia!”. E’ il post pubblicato sul profilo Twitter ufficiale di Silvio Berlusconi, che posta anche la foto del leader di FI con la bandiera venezuelana.

 

 

 

 

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest