Università, la protesta degli studenti: stop al numero chiuso, è una guerra tra poveri

“E’ inaccettabile che un giovane in uscita dalle scuole superiori non possa scegliere liberamente il suo percorso di studi”

Oggi si tiene il test d`accesso per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Protesi Dentaria, il primo dei 5 per i corsi a numero programmato nazionale, al quale seguiranno i test per il corso di studi in Medicina Veterinaria il 4 settembre, per il corso di studi in Architettura il 5, per il corso di studi in Formazione primaria l`11 e per il corso di studi in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e Protesi Dentaria erogati in lingua inglese il 12. “Nonostante il tema del superamento del Numero Chiuso per i corsi di Area Medica sia stato molto presente nel dibattito pubblico e fosse presente anche tra i punti principali del Governo, ci troviamo ancora una volta ad assistere all’ennesima lotteria dei Test d`accesso per i corsi a numero programmato nazionale”, dice Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell`Unione degli Universitari: “Un evidente segnale di quanto gli investimenti in Istruzione e Università e Ricerca siano soltanto promesse elettorali e frasi spot, che poi nella realtà non trovano mai applicazione, neanche dopo l`evidente crisi in cui il nostro Servizio Sanitario Nazionale si è venuto a trovare a causa della carenza di Medici, che manifesta ancor di più il fallimento del Numero Chiuso”. Per Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell`Unione degli studenti, “è inaccettabile che uno studente in uscita dalle scuole superiori non possa scegliere liberamente il suo percorso di studi. I test non valutano realmente la preparazione, ma vogliono selezionare e ridurre in numero i futuri studenti universitari. Il governo deve finanziare realmente l’istruzione pubblica per garantire a tutte e tutti di accedere ai gradi più alti degli studi. È da denunciare, inoltre, la speculazione che i privati fanno sulla preparazione ai test d`ingresso, generando il meccanismo per cui solo chi se lo potrà permettere avrà più possibilità di accedere”. “Non possiamo trascurare le mancanze di medici e specialisti che già oggi si palesano nel nostro Sistema Sanitario, e che in futuro si aggraveranno notevolmente se non ci sarà un ripensamento delle modalità di accesso al corso di Laurea di Medicina e Chirurgia e del concorso di specialità raddoppiando il numero delle borse e attraverso una programmazione di lungo periodo sui bisogni di salute del nostro Paese”, conclude Giacomo Cossu, coordinatore della Rete della Conoscenza.

 

 

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