Tor di Quinto, vandalizzata la lapide di Ciro Esposito

Imbrattata di rosso la lastra posta a memoria del tifoso napoletano ucciso a Roma

Come non spegni il sole sparandomi, non togli ciò che è scritto con la pittura. Giovanni Esposito, il papà di Ciro, il tifoso azzurro morto il 25 giugno del 2014 dopo 52 giorni di agonia nel reparto di Rianimazione del Gemelli, ha impresso queste parole sulla sua pagina Facebook. Il motivo del suo sfogo è la vernice rossa con cui qualcuno ha coperto la lapide dedicata a Ciro a Tor di Quinto. Laddove il ragazzo fu aggredito con colpi di arma da fuoco la sera del 3 maggio 2014, prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Ma ha dato fastidio a qualcuno la lapide che alcuni tifosi avevano affisso tra le due carreggiate di viale Tor di Quinto per ricordare il sacrificio di Ciro. Lo stesso qualcuno che, pochi giorni fa e a poche ore dalla sentenza emessa dalla magistratura, ha pensato bene di coprire con vernice rossa. A essere coperte sono state le parole che i tifosi avevano scritto per ricordare Ciro: “Ora vi saluto, qui riposo in pace. Mi aspettano allo stadio, dove razzismo, odio e delinquenza non possono entrare”.  Parole che fanno parte di una poesia che qualcuno ha voluto dedicare a Ciro. Ma che qualcun altro ha voluto, ancora una volta, tentare di cancellare. A commentare l’episodio Giovanni Esposito e la moglie Antonella Leardi: “Non spegni il sole sparandogli, né cancelli ciò che è scritto con la pittura”.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest