Ricercato il 26enne Abdeslam Salah, sfuggito ad un posto di blocco. Nella capitale francese folla in fuga per il timore di nuovi attentati

PARIGI –  Il bilancio delle vittime sale a 132 morti e 352 feriti. Intanto, è intorno alla seconda automobile, una Polo che ruota l’indagine aperta in Belgio, dove sono state arrestate sette persone, di cui almeno tre a Molenbeek, quartiere di Bruxelles ad alta densità di immigrati. E due attentatori provenivano proprio dal Belgio, abitavano rispettivamente a Bruxelles e Molenbeek-Saint-Jean, ma la loro identità non è stata resa nota per motivi di sicurezza. E’ caccia all’ottavo terrorista che ha preso parte agli attentati di Parigi. Ricercato Abdeslam Salah, belga, 26 anni. Sabato è sfuggito a un posto di blocco alla frontiera franco-belga alle 8 del mattino. La polizia avrebbe lasciato andare l’auto a Cambrai poiché la segnalazione dell’uomo non era ancora attiva. Quando l’avviso è arrivato, gli agenti hanno raggiunto l’auto a Molenbeek, ma lui era scomparso.Ora è ricercato in Belgio. Le forze di sicurezza hanno diramato una sua foto con la dicitura “pericoloso” e l’avvertimento a contattarle immediatamente in caso di avvistamento.
LA PRIMA AUTO – Un’auto utilizzata dal commando che ha compiuto le stragi di venerdì sera a Parigi è stata trovata nella banlieue della capitale francese. A bordo c’erano delle armi. L’indagine sta ricostruendo la dinamica e l’identità del gruppo di sette persone – tra cui forse anche una donna – che sono entrate in azione in contemporanea in vari punti del X e XI arrondissment parigino e nel teatro Bataclan. Uno dei kamikaze è stato identificato come un 29enne francese nato a Courcouronnes, Essonne, di origini algerine: si tratta di Ismael Omar Mostefai, e, come riporta la Cnn, viveva a Chartres fino al 2012. Nato il 21 novembre 1985 alla periferia di Parigi, aveva 8 condanne per reati non gravi tra il 2004 e il 2010 ma non era mai stato incarcerato. Secondo quanto riferisce Le Monde, aveva soggiornato in Siria per diversi mesi durante l’inverno del 2013-2014: c’è traccia del suo passaggio in Turchia nell’autunno del 2013, poi è stato avvistato dai servizi segreti di nuovo a Chartre nella primavera del 2014, osservando un piccolo gruppo di salafiti a Chartres. Su Mostefai la Direzione generale per la sicurezza interna (Direction générale de la sécurité intérieure) aveva una scheda di tipo S per radicalismo, cioè di persona sospettata, nel 2010: era schedato come integralista ma non monitorato. Aspetto che scatena già dubbi e polemiche. È stato possibile compiere l’identificazione grazie alle impronte digitali prese da un dito, l’unica parte rimasta intatta dopo l’esplosione. Secondo alcune fonti, la polizia avrebbe arrestato sei membri della famiglia di Mostefai, compresi il padre e il fratello.
FALSI ALLARMI E PSICOSI – Allarmi continui e psicosi attentati a Parigi. A place de la Republique, durante l’omaggio alle vittime, è scattato l’allarme quando c’erano migliaia di persone presenti. La polizia ha evacuato la piazza, perché qualcuno diceva di aver udito degli spari.  Gruppi di persone sono fuggite poi nelle strade attorno alla Bastiglia, dopo che qualcuno ha udito un’esplosione nel quartiere del Marais, nei pressi della rue des Rosiers, il cuore del quartiere ebraico.

 

LO STEWARD EROE ALLO STADIO – Le indagini attorno agli attentatori dello stadio invece partono dal passaporto trovato nella zona dello Stade de France accanto al corpo di un kamikaze: un documento che però, secondo gli 007 Usa- fonti citate dalla Cbs- è probabilmente falso. Il documento non contiene i numeri corretti per un passaporto legittimo e la foto non coincide con il nome. Il passaporto siriano ritrovato accanto al corpo riporta il nome di una persona, nata nel settembre 1990, sconosciuta ai servizi segreti francesi, passato il 3 ottobre scorso dall’isola greca di Leros e registrato come profugo. Sarebbe quindi entrato in Francia come rifugiato. I terroristi di Saint Denis puntavano al massacro in diretta tv, ormai è chiaro. Volevano una strage sugli spalti, mentre si giocava Francia-Germania e in tribuna c’era il presidente Hollande. Ma il piano è naufragato – in parte – grazie a uno dei eroi per caso che compaiano nelle storie degli attentati jihadisti. Un uomo di origini arabe, peraltro. Lo steward, che ha chiesto di essere identificato solo con il suo nome di battesimo, Zouheir, ha spiegato che durante la perquisizione, avvenuta all’ingresso dello stadio circa un quarto d’ora prima della partita, uno dei kamikaze è stato scoperto. Gli addetti hanno notato cheindossava un giubbotto esplosivo. Fallito il piano di compiere un eccidio allo stadio, il terrorista si è fatto esplodere nel piazzale.

 

ISIS, SECONDA RIVENDICAZIONE – “Non vivrete in pace finché continueranno i bombardamenti”. l’Isis ha rivendicato ufficialmente gli attacchi di Parigi, “la capitale dell’abominio e della perversione”. Alcuni jihadisti hanno pubblicato un video, senza data, in cui recapitano nuove minacce alla Francia. Si tratta della seconda rivendicazione indiretta.

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