Stragi Bruxelles, Salah doveva sparare alla gente in strada col mitra. Sei fermi in un blitz

Le indagini sugli attacchi: c’è l’ipotesi di un attacco multiplo che avrebbe dovuto coinvolgere l’ex super ricercato catturato una settimana fa

Una parte della cellula doveva sparare alla gente con i kalashnikov per le strade,l’altra si doveva far saltare in aria all’aeroporto e al metrò, secondo il piano portato a termine. E tra coloro che avrebbero fatto parte del commando armato ci sarebbe stato anche Salah Adbeslam. L’attacco multiplo è l’ultima ipotesi emersa dalle indagini sulle stragi di Bruxelles. Secondo i media, gli investigatori ritengono possibile che anche l’arresto del terrorista super ricercato, avvenuto una settimana fa, abbia in parte sconvolto il disegno dei jihadisti. Del gruppo di fuoco di Adbeslam, avrebbe fatto parte anche Amine Choukri e Mohamed Belkaid, ucciso nella sparatoria nel covo di Forest. Al gruppo dei kamikaze partito dal covo di Schaerbeek sarebbe rimasto il compito di realizzare quanto rimasto della missione di morte. Intanto, in serata un blitz nel centro della capitale e nei dintorni haportato al fermo di sei persone legate all’inchiesta sulle stragi.

 

 

POLIZIOTTO AVEVA INDIRIZZO DI SALAH DA 3 MESI –  Secondo quanto riferito, l’ufficiale di polizia aveva ottenuto le informazioni a Mechelen e aveva inserito l’indirizzo in un rapporto confidenziale destinato alla cellula antiterrorismo della polizia giudiziaria federale di Bruxelles. Un poliziotto di Mechelen, città belga del nord, aveva l’indirizzo di Salah Abdeslam dal sette dicembre scorso ma non lo ha segnalato a Bruxelles per tre mesi. A rivelarlo il quotidiano belga DH nella sua edizione online. L’indirizzo era rue des Quatre Vents numero 79, a Molenbeek, dove il terrorista è stato trovato venerdì scorso. Tuttavia, il rapporto non è stato trasmesso alla capitale ed è rimasto sotto chiave per tre mesi presso la polizia di Mechelen.

 

SALAH: “ABAAOUD LA MENTE DELLE STRAGI DI PARIGI” – Il “responsabile degli attentati” del 13 novembre a Parigi è Abdelhamid Abaaoud, morto nell’assalto al covo di S.Denis. Lo ha detto Salah Abdeslam secondo i verbali dell’interrogatorio dello scorso 19 marzo a Bruxelles, rivelati oggi dal quotidiano Le Monde.
La cintura di Salah Abdeslam a Parigi “mancava di liquido esplosivo”. Riferisce sempre il quotidiano francese citando la testimonianza di Abid Aberkan, il cugino da cui l’ex fuggitivo si rifugiò a Molenbeek, rue des Quatre-Vents, fermato anch’egli il 19 marzo. Salah stesso ha detto agli inquirenti che quella cintura gliel’aveva consegnata il fratello Brahim nell’appartamento affittato a Bobigny. Dopo aver rinunciato, ha aggiunto l’ha “nascosta” in un “luogo discreto”.

“Ho rinunciato quando ho parcheggiato la macchina”: Salah ha raccontato agli inquirenti belgi – secondo i verbali dell’interrogatorio diffusi da Le Monde – il momento della sua rinuncia a farsi esplodere con gli altri membri dei commando il 13 novembre a Parigi. “Ho fatto scendere i miei tre passeggeri, poi sono ripartito – ha detto – ho guidato alla cieca, mi sono fermato da qualche parte, non saprei dove. Ho chiuso l’auto, ho portato via la chiave e sono rientrato nella stazione Montrouge. Ho fatto qualche fermata di metro, una o due. Sono sceso, ho camminato fino a un negozio di telefoni, ne ho comprato uno e ho contattato una sola persona: Mohamed Amri”. E’ lui l’amico che, insieme con Hamza Attou, partirà immediatamente da Bruxelles per andarlo a recuperare a Parigi.

 

 

SIRIANO RICERCATO PER GLI ATTACCHI DI PARIGI E BRUXELLES –  C’è un nuovo ricercato per gli attacchi terroristici di Parigi e Bruxelles, si tratta di Naim Al Hamed, siriano di Hama, di 28 anni. Il nome compare su una lista di cinque principali sospettati introvabili, che si presume siano stati coinvolti negli attentati del 13 novembre a Parigi e in quelli di martedì a Bruxelles. La notizia era stata pubblicata ieri dai media spagnoli e ripresa oggi dalla Dh. L’uomo viene descritto come “molto pericoloso e forse armato”.

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