Strage Beirut, scontro sull’indagine internazionale

Destinato a salire il bilancio dell’esplosione di 154 morti e 5mila feriti. L’Onu verso la richiesta di un’inchiesta indipendente, avversata dal presidente libanese Aoun

Il bilancio continua a salire, ed è di 154 morti e 5mila feriti. A Beirut è scontro sull’indagine per la strage del 4 agosto, causata da una spaventosa esplosione. E ci sono ancora morti sotto le macerie. Le Nazioni Unite prenderebbero in considerazione la richiesta di avviare un’indagine internazionale, ma non hanno ricevuto tale richiesta dal governo libanese. “Siamo certamente disposti ad aiutare le autorità libanesi, comunque decidano” afferma il vice portavoce dell’Onu, Farhan Haq. Circa 50 personalità libanesi della società civile e di gruppi di attivisti hanno inviato una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres chiedendo al Consiglio di sicurezza di istituire una commissione internazionale per indagare sulle cause del disastro e un fondo fiduciario per condurre un’indagine dettagliata dei danni, fornire aiuti alle vittime e supervisionare la ricostruzione.

Ma il presidente libanese Michel Aoun, parlando di nuovo alla popolazione, ha promesso che nessuno resterà impunito e respinto l’idea di un’indagine internazionale, sostenendo che non porterebbe alla verità. Aoun ha anche sollevato la possibilità di una ‘mano esterna’, citando come possibili cause “la negligenza, un missile o una bomba”. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, dopo che vari media hanno ipotizzato che il materiale esploso appartenesse al gruppo sciita, è intervenuto: “Questa è una accusa falsa”.

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