Scuola, studentessa insultata dai docenti perchè vuole rientrare in classe

La mamma della ragazza ha segnalato il caso al Ministero

Piovono insulti su Anita, la studentessa di 12 anni, icona del movimento che in modo autonomo protestava contro la didattica a distanza, chiedendo di poter tornare in classe. La studentessa è diventata oggetto di critiche e insulti, da parte di alcuni insegnanti, per aver espresso il proprio apprezzamento all’ipotesi di un prolungamento della scuola fino a giugno. “Preferisco la classe alle vacanze. Abbiamo già perso troppo tempo” ha detto Anita. E tanto è bastato per scatenare un vespaio sui social. La ragazzina è stata presa di mira dai docenti contrari alla rimodulazione del calendario scolastico. Insulti vergognosi. “Fatti curare, mandiamola a pulire i bagni, disagio, assistenti sociali, malattia mentale”. Cattivi maestri che si comportano come componenti di una casta di privilegiati.  La mamma di Anita ha deciso di segnalare i nomi dei docenti che l’hanno preso di mira al Ministero dell’Istruzione. “Ho segnalato i nomi degli insegnanti che hanno insultato mia figlia Anita al Miur, al ministero. Se sono già deprecabili gli insulti quando arrivano da chi si nasconde dietro l’anonimato di una tastiera – sottolinea la mamma di Anita – è ancora peggio quando ad insultare è un insegnante, un educatore”.

Sulla vicenda è intervenuta l’ex ministra Lucia Azzolina. “Tutto questo –afferma Azzolina – è vergognoso e desolante. C’è qualcosa che non va, la scuola è IL luogo in cui seminare i valori del rispetto e della tolleranza. Ho sempre difeso la categoria e lo faccio anche stavolta. A patto però che la maggioranza sana non sia anche maggioranza silenziosa. Messaggi come questi vanno rifiutati sempre. E condannati. Penso anche un’altra cosa: di cattivi maestri questo Paese è pieno anche e soprattutto fuori da scuola. In questi mesi è stato consentito a chi ha grandi responsabilità, politiche o amministrative, di minimizzare, banalizzare e anche deridere il tema della scuola in presenza, il valore dello studio, la sofferenza di bambini e adolescenti. Questo è il risultato. Ad Anita e alla sua mamma mando un grande abbraccio”.

CiCre

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