Sanità, manipolavano le liste d’attesa per favorire amici: denunciati 26 medici e infermieri

Blitz dei carabinieri Nas in tutt’Italia

Gravissimo quanto emerge dalle ispezioni effettuate dai Carabinieri Nas in tutt’Italia sulle prestazioni ambulatoriali per visite specialistiche ed esami diagnostici relative al Servizio Sanitario Nazionale. Verificata la gestione di 3.884 liste di attesa e agende di prenotazione.

Le Liste d’attesa pilotate, manipolate e stravolte per favorire amici, conoscenti e propri pazienti privati. In diversi casi (195 per la precisione) le agende di prenotazione erano state addirittura sospese o interrotte anche con procedure non consentite.

Ventisei tra medici e infermieri sono stati denunciati, tra questi 9 quelli che pilotavano le liste d’attesa: lavorano a Milano, Torino, Perugia e Catania e sono ritenuti responsabili dei reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio.

I Nas hanno anche potuto constatare tutto l’affanno del Sistema sanitario nella gestione delle liste d’attesa: tante agende di prenotazione chiuse o sospese per carenza di medici e operatori, cosa avvenuta anche in un poliambulatorio in provincia di Cagliari, dove per l’attività ambulatoriale di alcune branche non veniva rispettata la programmazione della direzione sanitaria. Diverse visite specialistiche sono state sospese, non rispettando le priorità assegnate dal medico curante nella prescrizione.

Problemi legati a carenze di organico ma anche a comportamenti non in linea con la deontologia professionale: in una Asl della provincia di Roma erano indisponibili le prestazioni di gastroenterologia e colonscopia, ma il medico dirigente responsabile di quegli ambulatori svolgeva gli stessi esami presso un poliambulatorio privato.

Ancora. A Reggio Calabria tre medici sono stati denunciati per peculato: contrattualizzati in regime esclusivo con le aziende pubbliche, prestavano servizio in un poliambulatorio privato. A Perugia un radiologo mentre era in malattia svolgeva attività privata.

A Perugia, invece, un medico radiologo avrebbe svolto attività privata presso un altro ospedale, pur trovandosi in malattia. Inoltre, due infermieri avrebbero effettuato esami ematici a favore di privati, attestando falsi ricoveri.

E non finisce qui. In 195 situazioni sono state riscontrate la sospensione o la chiusura delle agende di prenotazione, in parte condotte con procedure non consentite oppure determinate dalla carenza o assenza di operatori senza prevederne la sostituzione. Per questo, i Nas di Palermo, Reggio Calabria, Latina e Udine hanno rilevato condotte dolose, denunciando 14 dirigenti e medici ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio, per aver arbitrariamente chiuso in modo ingiustificato le agende di prenotazione a luglio e agosto, posticipando conseguentemente le prestazioni diagnostiche, al fine di consentire al personale di poter fruire delle ferie estive o svolgere indebitamente attività a pagamento.

i Nas hanno effettuato ispezioni anche in Campania. Irregolarità emerse in due distretti sanitari delle Aziende Sanitarie Locali di Salerno. Riscontrato in particolare il mancato rispetto dei tempi di attesa secondo la priorità assegnata dal medico di medicina generale, nonché della corretta procedura da adottare nel comunicare la sospensione delle agende, secondo le indicazioni regionali: queste ultime avrebbero causato il rallentamento dell’esecuzione di prestazioni sanitarie e potrebbero aver causato il mancato rispetto delle classi di priorità (urgente, breve e differibile). Indagini in corso da parte dei militari dell’Arma per verificare se queste “anomalie” possano aver avuto ripercussioni anche su casi singoli.

Ciro Crescentini

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