Conte: “ho firmato il referendum della Cgil sul jobs act”

Una decisione che spiazza decisamente i vertici del Partito Democratico ancora titubanti sull’iniziativa assunta dalla principale organizzazione sindacale del Paese.

Il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte  ha firmato oggi i referendum della Cgil contro il jobs act, in una postazione allestita dal sindacato a Piana degli Albanesi in occasione della manifestazione del primo maggio a Portella della Ginestra. Una decisione che spiazza decisamente i vertici del Partito Democratico ancora titubanti sull’iniziativa assunta dalla principale organizzazione sindacale del Paese.

Oggi è la festa del primo maggio – ha spiegato Conte – ma non dei lavoratori sotto pagati, dei lavoratori poveri, dei lavoratori precari. Dignità del lavoro significa avere un lavoro che dà soddisfazione, un lavoro che consenta anche di poter curare gli interessi personali, la vita familiare e affettiva, e consenta la giusta retribuzione. Un lavoro che non sia ‘nero’. E deve essere la festa anche di chi non ha in questo momento un lavoro e vorrebbe averlo“.

Oggi Primo Maggio festeggiamo la grande rivoluzione preannunciata dalla nostra Costituzione riguardante il lavoro: “Repubblica fondata sul lavoro”, “Diritto al lavoro”, “condizioni che rendano effettivo questo diritto”, “un’esistenza libera e dignitosa” assicurata a ogni lavoratore e alla sua famiglia – ha aggiunto ancora Conte – Una rivoluzione che, a distanza di 76 anni, ancora stentiamo a realizzare. Ci sono persone in povertà, senza nessuna opportunità di lavoro, con lavori precari, con bassi salari, sfruttate, costrette a lavorare in nero, discriminate sul lavoro, che muoiono a causa del lavoro.

Oggi ho celebrato questa giornata di festa, ma anche di una rivoluzione mancata, a Portella della Ginestra, ricordando l’eccidio del Primo Maggio del 1947, che segna la prima strage politico-mafiosa della nostra storia repubblicana – ha evidenziato Conte – Mi piace ricordare le parole di Danilo Dolci – sociologo, poeta, spirito libero – dedicate a questa strage, dopo anni di un’ampia ricerca documentale, frutto anche delle dirette testimonianze di alcuni componenti della banda di Salvatore Giuliano intervistati in carcere: “Gli italiani devono sapere che Portella della Ginestra è la chiave per comprendere la vera storia della nostra Repubblica. Le regole della politica italiana di questo mezzo secolo sono state scritte con il sangue delle vittime di quella strage”.

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