Numerosi guai giudiziari nel passato del 53enne detto Diabolik, anche accuse di un traffico di droga internazionale. Ad ammazzarlo un solo colpo esploso alle spalle da un sicario travestito da runner, nel parco degli Acquedotti, in zona Tuscolana
Una sola pallottola, esplosa da pistola calibro 7,65, a distanza ravvicinata e alle spalle, per centrarlo alla testa. Così a Roma, intorno alle 19, hanno ammazzato il 53enne Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, leader degli ultras Irriducibili della Lazio. A freddarlo, secondo la ricostruzione, un uomo col volto coperto, travestito da runner, nel parco degli Acquedotti, in zona Tuscolana. Da quanto si apprende, Piscitelli aveva un appuntamento con una persona, che lo stava aspettando in auto. Proprio mentre si stava avvicinando è stato raggiunto dal killer. L’allarme è stato dato da un passante.
A coordinare le indagini, affidate alla squadra mobile della questura, è la Dda di Roma. Numerosi i guai giudiziari di Diabolik. Nel 2013 venne arrestato dopo un mese di ricerche in un appartamento alla periferia di Roma, dove si nascondeva dalla Guardia di Finanza. L’accusa nei suoi confronti era quella di essere a capo di un traffico di droga internazionale, sull’asse Italia-Spagna. Nel covo venne trovato anche un arsenale. Due anni dopo, nel 2015, fu condannato, insieme ad altri tre capi ultrà della Curva Nord, per il tentativo di scalata alla Lazio. Un’inchiesta che coinvolse anche l’ex leggenda biancoceleste, Giorgio Chinaglia. Nel 2016 le Fiamme Gialle gli sequestrarono beni per due milioni di euro, compresa la sua villa a Grottaferrata. Un immobile soggetto a revoca della confisca in Cassazione.