Roma, 150 mila per il clima e contro le opere inutili: “Fuori dal tunnel, lavoro per tutti”

I grandi cantieri spesso comportano grandi danni all’ecosistema e pochi benefici per la popolazione. Questo il motivo della marcia

Centocinquantamila persone hanno partecipato a Roma alla  marcia per il clima e contro le grandi opere inutili. “Marciare per il clima, contro le grandi opere inutili e contro le devastazioni ambientali”. E’ lo striscione che ha aperto  il coloratissimo corteo partito  da piazza della Repubblica verso Piazza San Giovanni. Una giornata di lotta promossa da una rete formata da decine di comitati e gruppi di lotta territoriale sparsi su tutto il territorio nazionale. Massiccia la presenza delle associazioni,  degli studenti, dei  movimenti  No tav, i No Triv, i No Tap e dei cittadini di Taranto che chiedono la chiusura dell’Ilva. Tra bandiere, slogan e striscioni delle varie associazioni, che colorano il corteo, ad animare la manifestazione anche la musica, proveniente dalle casse audio installate sul cassone di un camion.

Piu’ pinguini meno Salvini” è uno dei tanti cartelli esposti dai dimostranti, insieme allo sventolare di bandiere No Tav. Uno degli slogan è “Cambiamo il sistema, non il clima!” perche’ secondo i manifestanti “le grandi opere inutili sono parte di un sistema economico insostenibile da abbattere. I grandi cantieri spesso comportano grandi danni all’ecosistema e pochi benefici per la popolazione. Questo il motivo della nostra marcia per il clima” – hanno spiegato i promotori della manifestazione. 

Significativo un grande manifesto con la foto di Lorenzo Orsetti, il giovane partigiano italiano, militante internazionalista,  morto in Siria mentre combatteva a fianco dei curdi per sconfiggere l’Isis,  affisso sulla sponda del camion che accompagnava il corteo.  Sul manifesto, in basso alla foto del giovane combattente, la scritta: “Lorenzo Tekoser Orsetti, Sehid Namirin” (i martiri non muoiono mai ndr). “Combatteva per tutti noi“, hanno detto alcuni studenti presenti alla manifestazione.

Migliaia di giovani al corteo. “Le Grandi Opere inutili sono parte di un sistema economico insostenibile da abbattere – dichiara Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza – Questi grandi cantieri spesso comportano grandi danni all’ecosistema e pochi benefici per la popolazione. Inoltre è ormai palese l’interesse delle mafie e della classe politica corrotta ad impiegare imponenti risorse pubbliche in appalti facilmente sfruttati dai criminali per il proprio profitto”. 

Una grande battaglia per nuovo modello di società. “La nostra generazione ha iniziato una rivolta per salvare il nostro futuro, denunciando tutte le attività inquinanti che concorrono al disastro ambientale: vogliamo cambiare il sistema, non il clima. Dalle scuole e dalle università continueremo ad organizzare mobilitazioni per rivendicare un sistema economico sostenibile e un’immediata politica di abbattimento dei danni all’ambiente in ogni attività produttiva. I partiti hanno dimostrato di non voler andare oltre la retorica, perciò continueremo ad occupare le piazze finché non vedremo un cambio di passo reale”, conclude Cossu.

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