Referendum Turchia, l’Ocse boccia il voto: “Schede senza timbro non andavano contate”

L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa: “La consultazione si è svolta in un clima politico in cui le essenziali libertà fondamentali per un processo sinceramente democratico sono state ridotte dallo stato d’emergenza e le due parti non hanno avuto le stesse opportunità”

La bocciatura è sonora: il referendum di ieri in Turchia sulla riforme costituzionale non ha no rispettato gli standard internazionali sul processo di voto. E’ quanto si legge in una nota dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), nella quale si sottolinea che “la consultazione si è svolta in un clima politico in cui le essenziali libertà fondamentali per un processo sinceramente democratico sono state ridotte dallo stato d’emergenza e le due parti non hanno avuto le stesse opportunità” di presentare le loro ragioni agli elettori. “La nostra missione di monitoraggio – ha sottolineato in una nota Tana de Zulueta, capo degli osservatori del voto in Turchia – ha dimostrato che la campagna per il ‘sì’ ha dominato la copertura dei media e questo, insieme alle restrizioni dei media, all’arresto dei giornalisti ed alla chiusura dei giornali, ha ridotto l’accesso degli elettori alla pluralità di punti di vista”. Secondo quanto denuncia l’Osce, il referendum si è svolto “in condizioni di disparità, con le due parti che nella campagna non hanno avuto le stesse opportunità”, mentre “agli elettori non state fornite informazioni imparziali sugli aspetti fondamentali della riforma e le limitazioni sulle libertà fondamentali hanno avuto un effetto negativo”. Ancora, l’Osce sostiene che il referendum si è svolto “in modo efficiente ed ordinato in un numero limitato di seggi visitato dagli osservatori internazionali”, ai quali, in alcuni casi, è stato negato l’accesso durante l’apertura o la chiusura.

 

LE OPPOSIZIONI: “ANNULLARE IL VOTO” – Il giorno dopo il referendum in Turchia la tensione è palpabile. Il principale partito di opposizione, il kemalista Chp, ha chiesto alla Commissione elettorale suprema (Ysk) di cancellare il risultato nelle urne per sospette irregolarità nel voto, dove si è imposto di misura (51,4%) il sì. “Al momento, questo è un voto dubbio” afferma Utku Cakirozer, deputato del Chp (Partito repubblicano del popolo) che ha contestato complessivamente 2,5 milioni di voti, denunciando una seria irregolarità di procedura riguardante almeno 1,5 milioni di schede senza il timbro ufficiale.

 

LA COMMISSIONE ELETTORALE: “VOTO REGOLARE” – Il capo della commissione elettorale turca ha ribadito invece che le schede senza timbro sono valide, e che già in passato erano state ammesse dal governo turco. Dopo la prima dichiarazione a caldo di ieri sera, la Commissione elettorale suprema ha ribadito: “Quelle schede elettorali non sono false, non c’è alcun dubbio”, ha detto il presidente dell’Ysk, Sadi Guven.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest