Referendum, No alle oligarchie

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Più che una battaglia contro gli sprechi e per la giustizia sociale, quella del MoVimento sembrerebbe essere una battaglia per e con la casta, poiché – paradossalmente – di questo taglio ne beneficerebbero solo i potenti e i potentati.

È paradossale che i populisti, anticasta e antisistema rischino di diventarne i migliori alleati, nel complice silenzio di uno sinistra distante dalle problematiche territoriali e ormai da tempo piegata alle logiche di maggioranza. La Costituzione non è un insieme di numeri, bensì è il DNA della Repubblica, ovvero ciò che ci qualifica come uno Stato libero, democratico e pluralista e come ogni organismo ha i suoi pesi e contrappesi che ne garantiscono la vita; nella nostra Repubblica il Parlamento è il cuore, di conseguenza potremmo porre un esempio assai semplice ma che ben spiega ciò che potrebbe accadere; se al cuore esportassimo un ventricolo moriremmo, ecco se al Referendum accettino un taglio “sic et simpliciter”, non faremmo altro che uccidere la nostra democrazia, il tutto per il risparmio di un caffè all’anno.

Questa riforma è pericolosa per tanti motivi, ma voglio soffermarmi su tre molto semplici: l’involuzione da democrazia a oligarchia, l’esautorazione del Parlamento dal processo legislativo e l’annullamento delle minoranze.

Già con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti la politica è diventata cosa di pochi, ma con l’approvazione di questa revisione scellerata, rischiamo di renderla elitari, favorendo clientelismo e consociativismo, visto che i Parlamentari non rappresenteranno più la Nazione intera, ma – de facto- solo chi li elegge materialmente e per garantirsi la rielezione in un sistema elettorale  dove la soglia di sbarramento reale può arrivare anche al 20% in alcuni casi, prometteranno mari e monti, mortificando la politica e acuendo la questione morale interna ai partiti, che da “cinghie di trasmissione” diverranno dei comitati elettorali solo e soltanto perché chi avrà soldi e voti per fare politica.

Altra questione è quella che poi riguarda lo svolgersi dei lavori parlamentari, in pratica l’iter legislativo subirà un rallentamento, non avendo più la forza lavoro per procedere ai ritmi attuali, inoltre questo provocherà un aggravarsi del processo esautorativo dell’organo legislativo a favore dell’esecutivo, che già oggi scavalca il Parlamento attraverso la decretazione d’urgenza e le mozioni di fiducia, perpetuando nella mortificazione della rappresentanza.

Si pone, poi, il problema più serio ed importante, la tutela delle minoranze.

Un parlamento con meno eletti significa meno rappresentanza per i territori, in poche parole territori simili avranno una forbice di squilibrio enorme, oltretutto senza la modifica dei regolamenti parlamentari avverrà che i piccoli partiti non riusciranno a formare un gruppo parlamentare o addirittura ad poter essere inseriti nelle commissioni parlamentari, ancor più grave rischia di essere la possibilità che grazie ai delegati regionali un solo partito possa eleggere il Presidente della Repubblica.

Quindi le minoranze verrebbero spazzate via, ridotte a mera presenza scenica nel grande teatrino populista a 5 stelle, per questo forse dovremmo fare memoria di ciò che Giuseppe Saragat disse all’Assemblea Costituente, ovvero “che e la democrazia non è soltanto un rapporto fra maggioranza e minoranza, non è soltanto un armonico equilibrio di poteri sotto il presidio di quello sovrano della Nazione, ma è soprattutto un problema di rapporti fra uomo e uomo. Dove questi rapporti sono umani, la democrazia esiste; dove sono inumani, essa non è che la maschera di una nuova tirannide.” 

Con questa frase e con quella di Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente, il quale ci ricordava che per rendere schiavo un popolo, si inizia sempre dal ridurre il numero dei suoi rappresentanti, non possiamo fare altro che recarci alle urne per votare no, perché la democrazia va salvaguardata da ogni abuso, soprattutto se mosso dai peggiori istinti populisti, che manipolano la verità attraverso una campagna manipolati, ricca di menzogne; ad esempio non è vero che siamo il paese con più Parlamentari  in Europa, anzi siamo perfettamente in linea con le altre democrazie europee, tenendo conto che in Francia esistono 925 Parlamentari fra Camera e Senato, nonostante lì il potere si concentri nell’organo presidenziale.

In Germania, che ricordiamo essere una Repubblica federale, quindi composta da i Länder (ovvero Stati autonomi con parlamenti “propri”), ci sono 778 parlamentari, regioni escluse.

In Inghilterra tra Camera dei Comuni e quella dei Lords si arriva a 1442 parlamentari, di cui 771 soltanto nella Camera di nomina regia.

Ergo ila falsaria narrazione, figlia di un odio di classe della peggiore specie, non può fare altro che comprimere la nostra democrazia, anziché migliorarla.

Il 20 e 21 settembre vota NO! 

Francesco Miragliuolo

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