Referendum, la grande fuga dalle urne

Meno del 20% degli elettori aventi diritto ha partecipato al voto, un elettore su cinque. Affluenza in forte calo anche alle elezioni comunali che si attesta attorno al 55%.

I cinque referendum sulla Giustizia non hanno raggiunto il quorum, sono finiti sepolti sotto una valanga di astensioni. Meno del 20% degli elettori aventi diritto ha partecipato al voto. Un elettore su cinque.

Scontata quanto inutile la prevalenza assoluta dei Sì tra le schede valide. Affluenza in forte calo anche alle elezioni comunali che si attesta attorno al 55%.

La stragrande maggioranza dei cittadini ha deciso di tenersi lontano dalle urne. Un segnale fortissimo. L’astensionismo equivale ad un urlo di milioni di uomini e di donne, un urlo di disapprovazione del sistema, la delegittimazione del partito unico dominante. Il partito unico dell’emergenza permanente. Il partito unico della guerra e dell’ingiustizia sociale.

Sarebbe utile domandarsi cosa è successo  nel nostro Paese negli ultimi due anni. E’ giusto, utile ricordare alcuni fatti di rilievo, le scelte e le decisioni politiche assunte dai governi Conte-Draghi e dal partito unico composto dal Pd, Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali, Lega, Italia Viva).

Scelte e decisioni politiche scellerate. Stato di emergenza, stato d’eccezione, militarizzazione dei territori, criminalizzazione delle lotte sociali, terrorismo mediatico, banalizzazione e disprezzo per tutti coloro che hanno sollevato dubbi o manifestato in piazza  contro  un lasciapassare che ha alimentato solo discriminazioni, ingiustizie, razzismo sociale. Molti si sono vaccinati per ottenere  il Green Pass e non perdere il salario e il lavoro. Una violenza di Stato che ricorderanno per sempre.

E non finisce qui. Il governo Draghi e il partito unico hanno sostanzialmente dichiarato guerra alla Federazione Russa, avallando restrizioni e l’invio di armi al governo ucraino assumendo un ruolo di subalternità agli Stati Uniti e alla Nato. Vergognosamente sono state promosse campagne di criminalizzazione contro ogni forma di dissenso, banalizzato il pensiero critico, il pacifismo. Utilizzati linguaggio bellico e strumenti di disciplinamento e sperimentazione sociale per affermare, imporre l’emergenza sanitaria e l’economia di guerra.

Decisioni scellerate che hanno già provocato pesanti effetti devastanti sul piano sociale ed economico, il peggioramento delle condizioni di vita per milioni di persone. Aumenta la disoccupazione, cancellati i diritti sui posti di lavoro, disprezzati e umiliati i giovani e i lavoratori dipendenti, aumentano i prezzi dei carburanti, delle bollette del gas, dell’acqua e dell’energia elettrica.

La grande fuga dalle urne si è rivelato un grande atto di disobbedienza civile. Una netta presa di distanza dal pensiero unico e dai campioni del trasformismo politico che hanno minato la credibilità delle nostre  istituzioni democratiche.

Emerge un dato di fatto. Oltre la metà dei cittadini di questo Paese è contro la guerra, rivendica con forza il rispetto della Costituzione, la difesa dei diritti collettivi, la lotta alle disuguaglianze per la giustizia sociale e non si sente rappresentato da nessuna forza parlamentare o extraparlamentare.

Ciro Crescentini

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