Prescrizioni violate, Corona torna in carcere: paga anche il “caso Fogli”

Sospeso l’affidamento terapeutico per curare la dipendenza dalla droga: tra le contestazioni del magistrato di sorveglianza, il blitz nel “boschetto della droga” di Rogoredo, per filmare i pusher durante “Non è l’arena”, e il gossip sul presunto tradimento della moglie del cantante a “L’Isola dei famosi”

Ci risiamo: Fabrizio Corona è tornato in carcere. Il magistrato di sorveglianza Simone Luerti ha deciso di sospendere l’affidamento terapeutico, concesso per curare la dipendenza dalla cocaina, per una serie di violazioni delle prescrizioni.  A fine gennaio scorso, il Tribunale di Sorveglianza di Milano aveva stabilito che l’ex “re dei paparazzi” potesse continuare a scontare la pena residua in affidamento terapeutico ‘definitivo’, come avevano già deciso a fine novembre scorso i giudici, valutando come “positivo” il suo percorso di recupero. Nelle scorse settimane, però, il giudice Simone Luerti aveva già emesso una prima diffida, imponendogli alcune prescrizioni, come il divieto di uscire dai confini della Lombardia. Peraltro, nei mesi scorsi l’Avvocato generale Nunzia Gatto aveva fatto ricorso fino in Cassazione per chiedere la revoca dell’affidamento, e presentato alla Sorveglianza una nuova istanza di revoca della misura alternativa alla detenzione, per la quale era attesa la fissazione di un’udienza. Tra le contestazioni del pg Gatto, i blitz di Corona nel “boschetto della droga” di Rogoredo, alla periferia sud di Milano, per filmare lo spaccio di droga nel programma “Non è l’arena” di La7. Tra le prescrizioni, infatti, c’era il divieto di frequentare tossicodipendenti.

Inoltre, il giudice Luerti ritiene “non congruo” il comportamento di Fabrizio Corona nei confronti di Riccardo Fogli, parlando di un presunto tradimento della moglie durante “L’isola dei famosi”. In sostanza, Corona avrebbe mostrato insofferenza alle regole, affermando in video di volersene fregare, oltre ad una serie di violazioni delle prescrizioni “territoriali” ed “orarie”. Insomma, ce n’è quanto basta – per la giustizia – da riportare in cella l’ex paparazzo.

(Foto Fabrizio Corona/Fb)

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