Pd vuole umiliare i Cinque Stelle: stop taglio dei parlamentari, veti su Conte e altri

I pentastellati: “Non accettiamo aut aut”

Arrivano le prime, vere condizioni  poste dal segretario Pd, Nicola Zingaretti  per il varo del governo con il Movimento 5 Stelle: abolizione immediata dei due decreti sicurezza, blocco  del taglio dei parlamentari così come è stato concepito finora e del referendum propositivo, messa a punto dei contenuti della prossima legge di stabilità. I pentastellati dovrebbero disfare tutto il loro programma, rimettere al centro il ruolo dell’ attuale Europa. E non solo. Zingaretti avrebbe posto tra le condizioni anche la cosiddetta discontinuità politica anche per i componenti dell’esecutivo. Stando ai soliti bene informati Zingaretti avrebbe confermato i veti sul premier uscente  Giuseppe Conte, sul ministro della giustizia Alfonso Bonafede(aveva pronta la riforma della giustizia) e il ministro alle infrastrutture Danilo Toninelli (aveva preparato la revoca a Benetton). E i veti vengono posti e posti a secondo le convenienze nei confronti di Luigi di Maio.  Condizioni non “negoziabili” da Zingaretti. Proposte definite inaccettabili dai pentastellati. Manlio Di Stefano, sottosegretario agli esteri(M5s), lo dice con toni bruschi ma sinceri: “Non accettiamo gli aut aut del Pd”, avverte. “Le regole le dettiamo noi. Se al Pd sta bene, amen. Altrimenti arrivederci e grazie”. Significativo il post pubblicato su facebook dal parlamentare Gianluigi Paragone: “Più sento parlare quelli del Pd e più avverto quel solito senso di spocchia e di superiorità che mal sopporto.Sanno sempre tutto loro: ora dovete cambiare, dovete fare quello che vi diciamo noi e vedrete che alla fine entrerete nel club dei buoni, dei bravi. Quindi quando dicevamo che avevano creato povertà e distrutto il ceto medio scherzavamo? Io no, sia chiaro”.

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