In crescita il Pil, in calo la disoccupazione. Renzi: “Merito delle riforme”. Ma 20 giorni fa l’Istituto smentì i numeri di Palazzo Chigi

ROMA – Cresce il Pil, cala la disoccupazione, e Palazzo Chigi esulta. Fino ad un video del premier Renzi all’insegna del mantra anti-gufi. A fornire le stime positive è l’Istat. La stessa istituzione che 20 giorni fa fece sobbalzare presidente del consiglio e ministro dell’Economia, per le dure parole del presidente Alleva sulle cifre del governo.

 

LE CIFRE – l’Istat rivede al rialzo le stime del Pil relative al primo e al secondo trimestre del 2015. Nei primi tre mesi dell’anno il Prodotto interno lordo è aumentato dello 0,4% (+0,3% la stima precedentemente diffusa dall’Istituto). Nel secondo trimestre dello 0,3% rispetto al precedente (da +0,2% stimato in precedenza) e dello 0,7% nei confronti del secondo trimestre del 2014 (da +0,5% della stima precedente). Migliorano anche i dati sulla disoccupazione. La stima dei disoccupati, pari a 3,074 milioni di persone, diminuisce del 4,4% (-143 mila) su base mensile e nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 6,6% (-217 mila persone in cerca di lavoro). Nell’ultimo è in calo sia tra gli uomini (-3,5%) sia tra le donne (-5,6%). Lo stesso andamento si osserva per i tassi di disoccupazione: quello maschile, pari all’11,5%, cala di 0,4 punti percentuali, quello femminile, pari al 12,7%, cala di 0,6 punti. L’Istat però avverte che nel secondo trimestre si allarga la forbice territoriale, un campanello d’allarme sulla geografia post crisi: dal 7,9% nelle regioni settentrionali, al 10,7% nel Centro fino ad arrivare al 20,2% nel Mezzogiorno. Insomma, in tema di disoccupazione, aumenta la differenza tra sud e resto del paese.

l’Istituto di statistica aggiorna anche le cifre sul tasso di disoccupazione giovanile, pari al 40,5% a luglio, in calo di 2,5 punti rispetto al mese precedente. Gli under 25 senza un impiego e in cerca di lavoro sono 616 mila. La stima del numero di giovani disoccupati diminuisce rispetto al mese precedente (-51 mila, pari a -7,6%).

 

RENZI – Le stime Istat galvanizzano Renzi. In un video postato sui social e su youtube, il premier rileva che “gli ultimi dati che arrivano sulla crescita dimostrano una cosa molto semplice: non siamo ancora la maglia rosa, non siamo quelli che crescono più di tutti, ma siamo tornati nel gruppo. E siamo tornati nel gruppo grazie al percorso di riforme che abbiamo fatto e stiamo facendo”.

 

L’ISTAT VA BENE A SECONDA DI QUANTO DICE – I dati comunicati oggi, da valutare nella loro asettica valenza scientifica, consentono al governo di sbandierare il successo delle riforme. Anzitutto quelle per il mercato del lavoro. Ma proprio in tema di economia, tre settimane fa il presidente Istat, Giorgio Alleva, corresse i numeri dell’esecutivo sui nuovi occupati, tendenti ad esaltare l’opera di Palazzo Chigi. “Quelli forniti dal ministero del Lavoro e dall’Inps – affermò in un’intervista al Fatto Quotidiano – sono dati di fonte amministrativa, non statistiche. Valutare il saldo tra attivazioni e cessazioni dei contratti come se fosse un aumento di teste, cioè di occupati, è una approssimazione non accettabile”. Alleva bacchettò anche l’esaltazione del Jobs act, riguardo cui “i conti li faremo alla fine dell’anno. A oggi gli effetti non appaiono straordinari, sembrano esserci soprattutto sulle stabilizzazioni dei contratti precari, che non è poco”.

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