‘Ndrangheta, maxiblitz da 330 arresti: dal Pd a FdI, la politica non manca mai

In carcere l’ex senatore Pittelli e il sindaco di Pizzo, ai domiciliari il dem Giamborino. Divieto di dimora per Adamo, big del Partito Democratico: ma non è accusato di mafia

Un maxiblitz da 330 arresti, più altre 4 misure cautelari, disarticola la ‘ndrangheta del Vibonese. E la politica non manca mai, a partire da Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia passato nel 2017 a Fratelli d’Italia. Per la Dda di Catanzaro era contiguo alla ‘ndrina dei Mancuso. Pittelli, finito in carcere, è uno dei 416 indagati. Tra i destinatari dell’ordinanza cautelare, persone rintracciate in 11 regioni italiane dalla Lombardia alla Sicilia, e in Germania, Bulgaria e Svizzera. Ad eseguire i provvedimenti circa 3000 carabinieri. Si tratta della “più grande operazione dopo quella che porto al maxi-processo di Palermo a Cosa Nostra”, sostiene il procuratore capo Nicola Gratteri. In cella anche un ufficiale dell’Arma, Giorgio Naselli, ex comandante del reparto operativo di Catanzaro e fino a ottobre comandante provinciale a Teramo. Le accuse, a vario titolo, sono associazione mafiosa, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio ed altri numerosi reati aggravati dalle modalità mafiose.

TUTTI I POLITICI

Oltre a Pittelli, ci sono ovviamente altri politici. Il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, in carcere come l’ex senatore. Ai domiciliari Pietro Giamborino, ex consigliere regionale del Pd, e il segretario del Psi calabrese Luigi Incarnato.

Divieto di dimora in Calabria, invece, per Nicola Adamo, ex vicepresidente Pd della Regione. Un nome pesante dei dem calabresi: origini nel Pci, ex deputato e segretario regionale dei Ds, è molto vicino al governatore Mario Oliverio, nonhé marito della deputata piddina Enza Bruno Bossio. L’accusa nei suoi confronti è di traffico di influenze, ma senza l’aggravante mafiosa. Per gli inquirenti avrebbe accettato di intercedere con il Tar, “sfruttando la propria relazione con il giudice Nicola Durante”, presidente della II Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria, per “sostenere la posizione processuale” di un imprenditore catanese in cambio della proposta di ricevere 50mila euro come “prezzo della sua mediazione illecita”. Adamo respinge gli addebiti e considera “ignominioso e riprovevole” l’inserimento “in un contesto di indagini concernenti la criminalità organizzata di tipo mafioso”. Pittelli, dal canto suo, “avrebbe messo sistematicamente a disposizione dei criminali il proprio rilevante patrimonio di conoscenze e di rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico-istituzionale, del mondo imprenditoriale e delle professioni, anche per acquisire informazioni coperte dal segreto d’ufficio e per garantirne lo sviluppo nel settore imprenditoriale”. A Giamborino, invece, si contesta di essere “formalmente affiliato alla locale di Piscopio”. L’ex consigliere sarebbe “uno stabile collegamento dell’associazione con la politica calabrese, funzionale alla concessione illecita di appalti pubblici e di posti di lavoro per affiliati o soggetti comunque contigui alla consorteria”. In cambio, avrebbe ricevuto voti.

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