Ndrangheta, maxi blitz da 48 arresti. Indagato Cesa (Udc)

Operazione “Basso profilo” coordinata dalla Dda di Catanzaro. Il segretario del Udc perquisito: si è subito dimesso

Appalti in cambio di pacchetti di voti, forniture di dispositivi anti-infortunio – mascherine, caschi, guanti – in cambio di preferenze. E spesso persino una cresta del 5% sulle commesse. Sono 13 le persone portate in carcere e 35 poste ai domiciliari, nel corso dell’operazione “Basso profilo”, coordinata dalla Dda di Catanzaro. Il copione è un classico: boss mafiosi, imprenditori, colletti bianchi e politici. Tra gli indagati, destinatario di un ordine di perquisizione, c’è Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc: è accusato di associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose, nell’inchiesta della Dda di Catanzaro sulle cosche della ‘ndrangheta. La casa romana di Cesa è stata perquisita dalla Dia. Ai domiciliari, invece, il segretario regionale dell’Udc, Francesco Talarico, attuale assessore al bilancio della Calabria. In occasione delle elezioni politiche del 2018 – sostiene l’inchiesta, coordinata dal procuratore Nicola Gratteri e dai sostituti Paolo Sirleo e Veronica Calcagno -, Talarico, all’epoca candidato alla Camera, “offriva il suo appoggio, in cambio di un consistente pacchetto di voti, per introdurre Gallo e Pirrello in ambienti politico istituzionali nazionali”. Gallo è ritenuto il braccio economico di tutti i clan del crotonese L’appoggio sarebbe passato anche per Cesa il quale, all’epoca europarlamentare, secondo gli inquirenti era “partecipe” di questo “comitato d’affari” e, “d’intesa con Francesco Talarico, si impegnava ad appoggiare il gruppo per soddisfare le mire dei sodali nel campo degli appalti”. Il 7 luglio 2017 la Dia ha documentato alla Procura di Catanzaro addirittura un incontro avvenuto a Roma, presso il ristorante “Tullio”, tra l’imprenditore Gallo, Cesa e Talarico. oinvolti alcuni tra i maggiori esponenti delle ‘ndrine più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro, tra cui ‘Bonaventura’ ‘Aracri’, ‘Arena’ e ‘Grande Aracri’. A vario titolo sono contestati i reati di associazione mafiosa, corruzione, scambio elettorale politico-mafioso, rivelazione di segreto, associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e al riciclaggio, intestazione fittizia di beni, traffico di influenze illecite, accesso abusivo ai sistemi informatici, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente nell’ambito di appalti pubblici. L’operazione ha visto impegnati duecento donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e centosettanta unità tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza con il supporto di quattro unità cinofile e un elicottero. 

“Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017 – dichiara Cesa – mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato”.

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