Napoli, usura e armi, scacco ai clan di Fuorigrotta: arrestate 11 persone tra queste un carabiniere infedele. Bruscolotti tra le vittime degli strozzini

Il denaro veniva prestato a tassi di interesse tra il 25 e il 40 per cento

Undici persone arrestate per usura, spaccio e detenzione di armi. Accuse aggravate dalle finalità mafiose. Arrestato anche un carabiniere, indiziato di corruzione.

Nel corso delle indagini della Direzione distrettuale antimafia e dell’Arma dei carabinieri sono stati documentati diversi casi di usura commessi in danno di imprenditori, tra i quali l’ex calciatore e capitano del Napoli Beppe Bruscolotti. Le vittime degli strozzini dovevano restituire prestiti con tassi di interesse che andavano dal 25 al 40 per cento. 

Il blitz va a colpire il sodalizio camorristico denominato Baratto-Volpe, operante a Fuorigrotta e rientrante nella sfera di influenza e controllo della consorteria denominata “Alleanza di Secondigliano” o “il Sistema”.

Secondo il collaboratore di giustizia, Gennaro Carra, il carabiniere Giuseppe Bucolo ora ai domiciliari, avrebbe avuto un ruolo anche nelle fasi successive al ferimento del poliziotto Nicola Barbato nel 2015. Il sovrintendente della polizia fu ferito in una sparatoria nei pressi della stazione Fuorigrotta della Cumana, mentre era impegnato in un’operazione antiracket.

La circostanza emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Napoli.

“In occasione degli spari commessi dal Rende Raffaele contro i poliziotti a Fuorigrotta di fronte alla Cumana di Fuorigrotta – racconta Carra – posso dire che sono stato io a fornire la pistola, una calibro 9 corto….il Rende dopo il fatto portò la pistola al Volpe e quest’ultimo chiamò il Bucolo Giuseppe per farla sparire. Andai dal Volpe per reclamare la mia arma ma questi mi raccontò di averla affidata al Bucolo. Io mi stupii che un carabiniere potesse arrivare a tanto, visto che quell’arma aveva sparato contro un poliziotto”.

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