Napoli,  Terme di Agnano ai lavoratori: “O rinunciate ai diritti o vi licenziamo”

Proposti atti transattivi-capestro, la vicenda potrebbe finire sul tavolo della Procura

L’amministrazione comunale di Napoli e i vertici delle aziende partecipate continuano a proporre ai lavoratori atti transattivi che prevedono la riduzione drastica dei diritti e dei salari, pena il licenziamento. L’ente e le sue aziende non hanno tratto nessuna lezione dalle sentenze del Tribunale del Lavoro in favore dei lavoratori di Napoli Servizi e Napoli Sociale vittime di accordi -capestro, atti transattivi imposti nel corso di riunioni all’ufficio del lavoro. Atti transattivi annullati dal giudice per i pesanti condizionamenti subiti dai dipendenti. La vicenda dei verbali di conciliazione di Napoli Servizi è finita addirittura in Parlamento. Un’interrogazione a risposta in commissione è stata presentata da alcuni deputati del Movimento 5 stelle, componenti della commissione lavoro della Camera.

 Domani, martedì 22 ottobre, l’amministratore di Terme di Agnano, Massimo Grillo proporrà a due lavoratrici, le prime di una lista di una ventina di dipendenti, la riduzione del 50 per cento dei salari e  l’abbassamento dei livelli di inquadramento. “Se non firmate, provvedo ad inviarvi la lettera di licenziamento” – avrebbe annunciato Grillo.  Sulla vicenda puntualmente tacciono il sindaco Luigi de Magistris ,paladino dei diritti individuali, collettivi e della giustizia sociale e il vice sindaco Enrico Panini, ex segretario nazionale della Cgil. Il Desk.it ha provato a contattare Panini utilizzando tutti i mezzi di comunicazione possibili. Silenzio assoluto.

Ancora una volta l’amministrazione di Palazzo San Giacomo predica bene e razzola male, avallando atti vessatori nei confronti dei lavoratori assunti dagli amministratori delle società e aziende comunali. Atti vessatori che hanno prodotto pesanti devastazioni psico-fisiche, costringendo i lavoratori e le lavoratrici a ricorrere ai centri di psicopatologie del lavoro.  La vicenda, molto probabilmente finirà sul tavolo della Procura della Repubblica.

Ciro Crescentini

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