Napoli, Primo Maggio dedicato alla strage operaia di Pietrarsa

Un corteo partirà alle 9,30 da San Giovanni a Teduccio

Primo Maggio dedicato alla prima strage operaia di Pietrarsa, località situata tra Portici, San Giorgio a Cremano e il quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio. Una strage per reprimere la lotta dei lavoratori del Real Opificio promossa contro i decine di licenziamenti. Il 6 agosto 1863  il capo contabile dell’azienda Zimmermann, chiese al delegato di polizia di Portici l’invio di almeno sei agenti, per controllare gli operai in sciopero, Al suono convenuto di una campana, tutti gli operai, di ogni officina dello stabilimento, si erano riuniti nel gran piazzale dell’opificio. La polizia non bastava a contenere la rabbia dei lavoratori, furono allertati i bersaglieri dell’esercito italiano. L’obiettivo era circondare l’opificio, ma ai cancelli trovarono gli operai. La reazione fu assai violenta: una carica alla baionetta e poi spari alla schiena sui fuggitivi. Le forze dell’ordine parlarono di soli due morti e di sei feriti trasportati all’ospedale ma il bilancio ufficiale fu di quattro morti: Luigi Fabbricini, Aniello Marino, Domenico Del Grosso, Aniello Olivieri. I feriti, ricoverati all’ospedale Pellegrini di Napoli, furono invece dieci: Aniello De Luca, Giuseppe Caliberti, Domenico Citara, Leopoldo Alti, Alfonso Miranda, Salvatore Calamazzo, Mariano Castiglione, Antonio Coppola, Ferdinando Lotti, Vincenzo Simonetti. Altri duecento operai scomparsi nel nulla. 

Un corteo partirà domani, Primo Maggio, alle ore 9,30 da San Giovanni a Teduccio organizzato dai movimenti di lotta, dalle associazioni di rappresentanze sociali territoriali, organizzazioni sindacali indipendenti. “Sono anni che scegliamo di tenere le commemorazioni del Primo maggio a Napoli, anni in cui abbiamo provato a legare i temi del lavoro e della disoccupazione alle istanze che venivano dai territori – spiegano in una nota i promotori –  Simbolica è stata la lotta di Bagnoli, che ha messo al centro rapporto tra sfruttamento dei territori e la mancanza di lavoro ; evidenziando come lo Stato si sia rappresentato sempre come predatore a queste latitudini lasciando cattedrali nel deserto (vedi appunto l’ex Italsiderr ) e una scia di morti dovuti alle malattie contratte all’interno delle fabbriche e fuori. Anche questo Primo Maggio abbiamo scelto di dare centralità alla memoria storica della nostra città, partendo da un episodio che ha segnato la storia della sua classe operaia, l’eccidio di Pietrarsa – continua la nota –  Una storia troppe volte dimenticata, anche dai quei sindacati e quei partiti del mondo della sinistra che hanno fatto, in tutto il ‘900, della difesa dei lavoratori la propria bandiera. Una sinistra troppo impegnata a garantire il patto nazionale e le proprie mire egemoniche, per mettere a rischio gli equilibri del paese con il ricordo di quelle morti operaie. Negli anni né il PCI, né la CGIL e ne tanto meno i partiti e le organizzazioni che ne hanno raccolto il testimone hanno voluto ricordare quella che fu una vera e propria mattanza – osservano i movimenti –  La storiografia ufficiale parla di 4 morti e 10 feriti gravi, che caddero in un vero e proprio rastrellamento messo in atto dai bersaglieri dell’esercito italiano, ma il 13 agosto al ritorno in fabbrica mancavano all’appello più di 200 nomi scomparsi nel nulla – conclude la nota – Siamo convinti che sia importante ricordare tutti gli operai e le operaie che sono morti per difendere i loro diritti o mentre erano sul posto di lavoro, ma mentre nel mondo si ricordano (giustamente) i morti della strage di Chicago del maggio 1887, in Italia ci si dimentica che ben 23 anni prima 4 morti ufficiali e 200 desaparecidos ancora chiedono giustizia. Noi non dimentichiamo!”

 

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