Napoli, presidente Inps telefona operai ex Fca sul Campanile: “Troveremo soluzione”

Martedì incontro presso la direzione provinciale dell’Ente per  sbloccare la situazione. I lavoratori vogliono trascorrere Pasqua sulle impalcature

Nemmeno la telefonata del presidente dell’Inps Pasquale Tridico è riuscita a sbloccare la situazione. Due operai – licenziati dalla Fca di Pomigliano in seguito alla manifestazione in cui fu esposto un manichino impiccato con le sembianze di Marchionne – sono saliti la notte scorsa sul campanile della chiesa del Carmine, nel centro di Napoli, e annunciano di voler rimanere lì fin quando non sarà messa nero su bianco la soluzione al loro problema: non hanno lavoro ma, per una difficoltà tecnica, il Caf non è riuscito a inoltrare la loro domanda per percepire il reddito di cittadinanza. Stasera alle 19 hanno anche fatto suonare le “campane a lutto contro le stragi padronali sul lavoro e in memoria di Maria Baratto operaia suicida”


A spiegare come superare l’ostacolo per i due ex operai è lo stesso Pasquale Tridico, numero uno dell’Inps, che ha assicurato agli operai – in tutto cinque – un incontro martedì pomeriggio con il direttore dell’area metropolitana di Napoli dell’istituto, nella sede di via de Gasperi. Gli operai sono stati condannati dalla Cassazione a risarcire le spettanze percepite durante l’iter tra l’appello, che diede loro ragione, e la sentenza di terzo grado che ha ribaltato il precedente giudizio. La loro situazione economica familiare, se non fosse esistito questo gravame, non avrebbe consentito l’erogazione del reddito di cittadinanza: “Nel cud dello scorso anno risultano gli stipendi pagatici da Fca, che devono essere restituiti perché la Cassazione ci ha dato torto”. “La sentenza – spiega il presidente dell’Inps – non rientra tra i documenti che si possono allegare alla richiesta. I cinque operai non si erano mai rivolti all’Inps, e attraverso il Caf non era possibile da un punto di vista tecnico affrontare il problema. Vista l’eccezionalità della situazione se ne occuperà direttamente l’Istituto, la cui mission è stare dalla parte dei cittadini: ho sentito il direttore dell’istituto dell’area metropolitana di Napoli, che riceverà martedì pomeriggio gli operai per far loro avviare la pratica in cui tener conto anche della sentenza”. A quell’incontro – replica uno dei due manifestanti saliti sul campanile, Mimmo Mignano – si recheranno però solo i tre rimasti a terra, a nome di tutto il gruppo. “Non ce ne voglia il presidente dell’Inps, ma abbiamo ricevuto troppe promesse puntualmente disilluse. Andremo avanti con la protesta e con lo sciopero della fame finché la soluzione non sarà messa nero su bianco”. Cosa che, visti la chiusura degli uffici a Pasqua e Pasquetta, non potrà oggettivamente avvenire prima di martedì. Ma Mignano non si smuove: nel 2015 rimase cinque giorni sulla sommità di una gru, a Napoli, per protestare contro l’allora premier Renzi

 

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