Napoli, blocco improvviso di bus e metrò:chi vuole il fallimento di Anm?

 

Sul piede di guerra i 337 lavoratori della Samir Global Service, società che garantisce la pulizia dei bus dell’Anm, dei treni e delle stazioni della Linea 1 della Metropolitana. Duro commento di Palazzo San Giacomo: “Azione ingiustificata”

Dalle 6 di stamattina  i lavoratori delle pulizie hanno incrociato le braccia mandando in tilt il servizio di trasporto pubblico a Napoli e nella Provincia. Migliaia di pendolari sono rimasti a piedi. “Protestiamo perchè la società Samir questo mese non ci darà lo stipendio, forse percepiremo un acconto il 15 febbraio prossimo”. La Samir avanza crediti per oltre 5 milioni di euro da Anm. Il concordato preventivo proposto dall’azienda partecipata del Comune di Napoli non consente di pagare le aziende fornitrici senza il permesso del commissario straordinario. 

È vero, la crisi attanaglia tutto il mondo del trasporto pubblico locale nazionale – sottolinea Marco Sansone dell’Usb, Unione Sindacale di Base –  Ma ora mi domando, questa crisi provocata da politica ed istituzioni più in generale, la devono pagare gli operai? Ed allora ben venga qualsiasi forma di protesta Il problema è che non siamo più abituati a vedere lavoratori protestare, consideriamo normale che a pagare siano sempre i più deboli. Invece stamattina la città è paralizzata, ed aldilà dei formalismi, se fosse il caso o meno, io sono dalla parte dei lavoratori e della loro sacrosanta disperazione”. 

La società Samir Global Service, subentrata a gennaio 2016 alla ditta Cmg si occupa non solo di pulizia dei vagoni e dei pullman, ma anche delle stazioni, degli ascensori e delle altre strutture aziendali. La società ha beneficiato di due proroghe del contratto d’appalto mentre si accumulano ritardi per l’espletamento della gara d’appalto europeo per il mega-bando di 33,4 milioni di euro.

“Fino ad oggi la ditta esterna ha sempre anticipato gli stipendi ai lavoratori – sottolinea Maria Aprovitola, autista Anm –  Oggi con il concordato la ditta non vuole più anticipare la paga ai suoi dipendenti, guarda caso in questi giorni in Anm sono circolate notizie di ogni genere per portare i lavoratori ad una protesta senza riuscirci. Tutte coincidenze? Ma se l’Anm fallisce gli stipendi arriveranno poi? A chi conviene il fallimento? Chi c’è dietro alle ditte esterne?”

Durissima nota diffusa dall’amministrazione comunale di Palazzo San Giacomo: “Un’azione ingiustificata ed illegittima che ha causato enormi disagi alla città e ai suoi abitanti – spiega la nota – Questo è il folle risultato dell’azione dei dipendenti delle ditte di pulizie che ha bloccato l’uscita stamani dei bus ANM e dei treni della metropolitana. Azione  rivendicativa delle spettanze di gennaio – tra l’altro non ancora maturate – ingiustificata oltre che abnorme. Infatti già nella serata di ieri l’azienda di trasporto pubblico aveva attivato la procedura con il giudice del concordato ANM per il pagamento entro fine mese di oltre il 90% degli stipendi salvo il conguaglio che sarebbe arrivato in pochi giorni dopo le certificazioni delle ditte di pulizie, Per un atto di rispetto e sensibilità nei confronti della cittadinanza che è stata duramente colpita da questa scellerata azione il Sindaco de Magistris d’intesa con il Ministro Delrio ed il Presidente De Luca ha annullato la partecipazione all’inaugurazione dell’area riqualificata di Largo Pignatelli che avverrà comunque alla presenza dei tecnici e dei rappresentanti di Metropolitana e Ansaldo”

Sulla stessa lunghezza d’onda gli assessori comunali alle infrastrutture e al lavoro Mario Calabrese, Enrico Panini. “L’aver lasciato senza trasporto pubblico centinaia di migliaia di cittadini, con il ricorso al blocco notturno del deposito della linea 1, l’occupazione dei binari, il sabotaggio degli stessi con la collocazione di pietre sulle rotaie e con il blocco contemporaneo dei quattro depositi dei bus di Anm, è un’azione organizzata per finalità del tutto lontane e completamente estranee dalle ragioni di una legittima protesta di lavoratori – sottolineano i due assessori – Che poi si tratti di un’iniziativa spontanea, ovviamente, lo lasciamo al libro delle favole. La situazione è riassumibile in poche righe – continuano Calabrese e Panini – 
Contrattualmente il pagamento delle retribuzioni di una mensilità – per i lavoratori del comparto servizi – può essere legittimamente effettuato entro la metà del mese successivo. Nel caso della retribuzione del mese di gennaio l’azienda ANM ha dichiarato in sede di Prefettura meno di 24 ore fa: che avrebbe pagato subito 600 mila euro, sui 700 mila mila necessari all’azienda Samir per corrispondere le retribuzioni del mese di gennaio; la parte rimanente sarebbe stata versata non appena rendicontate le attività effettivamente svolte; infine è stato chiarito ulteriormente che, essendo Anm in procedura concordataria, alcuni passaggi dipendevano non da volontà politica o da problemi economici, quanto dalla procedura avviata. L’azienda Samir ha dichiarato in sede prefettizia di accettare queste condizioni – concludono Calabrese e Panini –  Pertanto che in questa situazione e senza il benché minimo rischio per le retribuzioni, il giorno 24 gennaio, si lascino a piedi centinaia di migliaia di cittadini è un atto di gravissima irresponsabilità che non può finire a “tarallucci e vino” né può portare a soluzioni estemporanee sempre giustificate da problemi di ordine pubblico che non farebbero che legittimare azioni che appartengono al codice penale e non al codice sindacale”.

Nelle prossime ore potrebbe essere convocata una riunione in Prefettura per dirimere la vertenza. Alla riunione dovrebbero partecipare il commissario straordinario Anm, del Comune di Napoli, delle organizzazioni sindacali confederali di categoria

La domanda semplice semplice, sorge spontanea: chi mira al fallimento dell’Anm? Stando ai soliti bene informati sarebbero in  atto manovre da parte di gruppi e  consorterie imprenditoriali per acquistare  a “prezzi stracciati” alcune attività  finora garantite da Anm, azienda partecipata comunale. La “piazza”, i manifestanti  sarebbero usati come “massa di manovra” per condizionare le istituzioni locali e regionali, concretizzare alcuni obiettivi, interessi pseudo-imprenditoriali e smantellare il trasporto pubblico locale

                                                                                                                                  Ciro Crescentini

 

 

 

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