Manovra, l’Ue dei banchieri stringe il cappio dell’Italia: parte procedura d’infrazione

La Commissione europea conferma la bocciatura della legge di bilancio: “Grave non rispetto delle regole di bilancio”. Il premier Conte: “Andiamo avanti, questa è la strada giusta per una effettiva crescita economica e sociale”

Con la rituale ipocrisia, timbrata dal “rammarico”, la Commissione europea ha confermato la bocciatura della manovra italiana. E quindi, ha raccomandato l’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo per violazione della regola del debito. La regola per cui il rapporto tra debito pubblico e pil deve rimanere sotto il 60% e, se superiore, deve almeno essere diminuito in maniera sufficiente e avvicinarsi al valore di riferimento con un ritmo adeguato. L’Italia, invece, l’anno prossimo aumenterà dello 0,8% il deficit strutturale, invece di ridurlo dello 0,6 come concordato a luglio. Ora deve esprimersi l’Ecofin, dopo aver ricevuto il parere del Comitato economico e finanziario del Consiglio europeo.

E così, l’Ue dei banchieri e dello spread suona il gong dell’accerchiamento all’Italia. E prova a stringere il cappio. Bruxelles ribadisce di aver rilevato un “non rispetto particolarmente grave” delle regole di bilancio, in particolare della raccomandazione dell’Ecofin dello scorso 13 luglio. Questo anche perché nel documento rivisto, inviato a Bruxelles il 14 novembre dopo la bocciatura arrivata il 23 ottobre, sono stati confermati i saldi (2,4% di deficit/pil nel 2019) e non ci sono i cambiamenti “sostanziali” richiesti. “Criterio del debito non rispettato e le condizioni economiche non lo giustificano” -“Le condizioni macroeconomiche, nonostante il recente intensificarsi dei rischi di revisione al ribasso, non possono essere invocate per spiegare gli ampi divari dell’Italia rispetto al parametro di riduzione del debito, data una crescita del Pil nominale superiore al 2% dal 2016″, spiega Bruxelles nel comunicato, rinviando così al mittente una delle giustificazioni addotte dal ministro dell’Economia Giovanni Tria. In più c’è il fatto che “i piani del governo implicano un passo indietro marcato rispetto alle riforme strutturali pro-crescita del passato, in particolare quella delle pensioni” e, soprattutto, il “rischio di deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine raccomandato nel 2018 e, per il 2019, il non rispetto particolarmente grave della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio del 13 luglio 2018″, che chiedeva una riduzione del deficit strutturale dello 0,6% mentre secondo la Commissione aumenterà di circa l’1%. Nel complesso, “l’analisi suggerisce che il criterio del debito come definito nel Trattato dovrebbe essere considerato non rispettato e che una procedura per deficit eccessivo basata sul debito è giustificata”. Intanto, lo spread va sotto 310, la Borsa chiude a +1,41%.

 

CONTE: “ANDIAMO AVANTI”- Il premier Giuseppe Conte commenta con toni pacati l’annunciato avvio della procedura d’infrazione. Ma ribadisce che l’Italia non vuole tornare indietro. “Sulla manovra economica il governo è pronto a un confronto costruttivo con la Commissione europea. Sabato – afferma- incontrerò il presidente Juncker, al quale esporrò l’impostazione, l’ispirazione e le caratteristiche della nostra manovra economica, al fine di rimarcarne la solidità ed efficacia”.

“Porterò a Bruxelles anche un piano dettagliato delle nostre riforme, con particolare riguardo – spiega Conte – al piano per le infrastrutture materiali e immateriali. Sono disponibile a valutare col presidente Juncker tutti i passaggi successivi. Siamo tutti concentrati a realizzare le riforme che vanno bene al nostro Paese e confido di poter convincere anche i nostri interlocutori europei”.

“Sono al lavoro dal primo giorno, insieme a tutta la squadra di Governo – aggiunge -, per rendere il Paese più competitivo e realizzare i presupposti per una effettiva crescita economica e sociale. Andiamo avanti, convinti che questa sia la strada migliore anche per ridurre il debito con vantaggio per il nostro Paese e anche per l’Europa”

 

 

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest