Ma che strano! Indagine su mazzette&appalti nei ministeri, 24 arresti. Indagato parlamentare Ncd

E’ sempre tangentopoli: i reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, corruzione e riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita

Guarda un po’: all’alba sono stati eseguiti 24 ordini di custodia cautelare disposti dal gip del tribunale di Roma – 12 in carcere e 12 ai domiciliari – centinaia di perquisizioni della guardia di finanza, in un’operazione estesa a diverse città italiane, con il suo epicentro nella capitale. Il film è un grande classico della politica nazionale e del suo sottobosco: mazzette, appalti e ministeri. Cinque le misure interdittive, sono stati sequestrati più di 1,2 milioni di euro tra immobili, conti correnti e quote societarie a carico di altrettanti indagati, nell’ambito dell’operazione denominata “Labirinto”.

I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, corruzione e riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Nell’inchiesta, risulta indagato anche il parlamentare Antonio Marotta (Area Popolare), per presunti legami illeciti con il faccendiere al centro dell’inchiesta: Raffaele Pizza, fratello di Pino, ex sottosegretario alla pubblica istruzione e segretario nazionale della nuova Democrazia Cristiana, a sua volta indagato. La Dc è nuova ma le accuse sono sempre le stesse. Marotta invece deve rispondere di  traffico di influenze illecite e ricettazione, nei suoi confronti i pm Paolo Ielo e Stefano Rocco Fava avevano chiesto l’arresto in carcere ma il gip ha escluso alcuni fatti a lui contestati, facendo cadere i presupposti per applicare la misura detentiva.

Secondo le fiamme gialle Raffaele Pizza utilizzava uno studio accanto al Parlamento, in una nota via del centro di Roma, “per ricevere denaro di provenienza illecita, occultarlo e smistarlo, avvalendosi in un caso anche della collaborazione del parlamentare, che lo ha attivamente coadiuvato nelle attività di illecita intermediazione”. Insomma, è sempre Tangentopoli.

 

 

L’INDAGINE: NEL MIRINO APPALTI PUBBLICI – Secondo la Procura di Roma, l’organizzazione sarebbe riuscita a ottenere appalti per la fornitura di servizi e beni di diversi enti statali e anche di alcuni ministeri. Tra questi c’era il call center Inps-Inail.  Le gare sarebbero state vinte grazie al pagamento di tangenti, smistate anche a esponenti politici e a loro familiari. Inoltre alcuni degli appartenenti all’associazione per delinquere si sarebbero occupati di fornire documentazione fittizia per creare i fondi neri destinati ad alimentare le tangenti. Sotto la lente degli investigatori sono finite appunto presunte operazioni inesistenti a favore di società ed enti su tutto il territorio nazionale. L’indagine – svolta dal Nucleo speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza – ha avuto origine nel 2013 dalla segnalazione di operazioni finanziarie sospette nei confronti di un consulente tributario romano, e di un labirinto di società a lui riferibili che movimentavano grandi somme di denaro tra i conti correnti personali ed aziendali.

 

Tra gli arrestati anche due dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di Roma, individuati in collaborazione con gli organi ispettivi interni della stessa Agenzia: avrebbero aiutato ad “ammorbidire” eventuali controlli fiscali e agevolare le pratiche di rimborso delle imposte.

 

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest