Legge elettorale, la Consulta: “Garantire maggioranze omogenee”

Rese note le motivazioni della sentenza che lo scorso 25 gennaio ha sancito a parziale illegittimità dell’Italicum

La Costituzione, “se non impone al legislatore di introdurre, per i due rami del Parlamento, sistemi elettorali identici, tuttavia esige che, al fine di non compromettere il corretto funzionamento della forma di governo parlamentare, i sistemi adottati, pur se differenti, non devono ostacolare, all’esito delle elezioni, la formazione di maggioranze parlamentari omogenee”. E’ stata depositata la sentenza con cui la Corte costituzionale spiega perché, il 25 gennaio scorso, ha sancito la parziale illegittimità dell’Italicum. La sentenza, lunga 100 pagine, è firmata dal presidente della Corte, Paolo Grossi, e dal giudice relatore Nicolò Zanon. I punti bocciati dalla Consultariguardavano, in particolare, il ballottaggio e la libertà di opzione per i capilista eletti in più collegi. Le modalità di attribuzione del premio attraverso il turno di ballottaggio determinano una lesione perché per come è congegnato l’Italicum “il premio attribuito al secondo turno resta un premio di maggioranza e non diventa un premio di governabilità”. Per questo tale premio deve essere vincolato all’esigenza costituzionale “di non comprimere eccessivamente il carattere rappresentativo dell’assemblea elettiva e l’eguaglianza del voto”.  Invece la soglia del 40% per l’attribuzione del premio di maggioranza “alla luce della ricordata discrezionalità legislativa in materia” “non appare in sé manifestamente irragionevole, poiché volta a bilanciare i principi costituzionali della necessaria rappresentatività” “con gli obbiettivi, pure di rilievo costituzionale, della stabilità del governo del Paese e della rapidità del processo decisionale”. Lo si legge nelle motivazioni della Consulta sull’Italicum.

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