Lavoro, il decreto dignità funziona: boom di contratti a tempo indeterminato

Nel 2018 infatti si registra, rispetto al 2017, “un importante incremento” delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, che risultano quasi raddoppiate: da 299.258 a 527.333, ossia 228.075 in più.

ll decreto Dignità voluto a Luglio scorso dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio funziona: significativi i dati diffusi dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps che evidenziano un aumento delle stabilizzazioni da contratti precari a contratti a tempo indeterminato.  Gran parte delle imprese infatti non ha più potuto prorogare e rinnovare i contratti a tempo determinato e si è trovata davanti all’alternativa fra stabilizzazione e licenziamento. Da quando il decreto Dignità è pienamente operativo (da novembre in avanti è scaduta la fase transitoria) le trasformazioni in lavoro stabile sono più che raddoppiate. Nel biennio novembre-dicembre del 2018 rispetto al 2017 sono passati da 52 a 114 mila per i contratti a termine. Il numero di assunzioni “precarie”, ovvero a termine, è drasticamente sceso in confronto al 2017: oltre 57 mila unità in due mesi. Allo stesso modo, da agosto in avanti, sono crollate anche quelle in somministrazione, apprendistato, stagionali e intermittenti. Insomma, tutte le tipologie contrattuali precarie hanno il segno meno davanti. Anche il dato annuale è positivo: nel 2018 le assunzioni dei datori privati sono state 7.424.293 (+5,1% sul 2017), a fronte di 6.993.047 cessazioni (+6% sull’anno precedente), con un saldo positivo di 431.246 contratti (-7,4% rispetto a +465.587 del 2017). La variazione netta sui rapporti di lavoro a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni meno cessazioni) risulta pari a +200.450 contratti; su quelli a termine +52.008. Si conferma dunque un vero e proprio boom delle trasformazioni da tempo determinato a indeterminato nell’anno: ben il 76,2% in più. Nel 2018 infatti si registra, rispetto al 2017, “un importante incremento” delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, che risultano quasi raddoppiate: da 299.258 a 527.333, ossia 228.075 in più.
Sono i primi effetti del decreto dignità e mi danno tanto entusiasmo per andare avanti su questa strada”, sottolinea Luigi Di Maio in un post su Facebook. “So bene che il problema non è risolto, ci sono ancora troppi precari che meritano una vita migliore, la strada da compiere è ancora lunga ma oggi, quantomeno, sappiamo di aver preso quella giusta –  afferma il ministro del lavoro , ricordando anche che era stato “chiamato ministro della disoccupazione”, mentre “la mia principale missione da ministro è combattere la precarietà con tutte le mie forze perché sono convinto che se una persona vive serenamente e può programmarsi un futuro con la sua famiglia ne beneficia tutta la società, sia in termini di felicità che di ricchezza”, conclude.

 

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