La cricca dei ministeri, Raffaele Pizza disse: “Ho fatto assumere alle Poste il fratello di Alfano”

Nell’inchiesta sulle presunti tangenti negli appalti, spunta una fitta ragnatela di raccomandazioni. In un’intercettazione il faccendiere al centro dell’indagine parla di come avrebbe fatto ottenere un  posto da 160.000 euro l’anno al fratello del ministro degli Interni: “Adesso dice che l’ho fottuto perché gli ho tolto 10.000 euro”

Nell’inchiesta su politici e presunti tangenti emerge anche una cricca delle nomine. Come riporta il quotidiano La Repubblica, è il faccendiere Raffaele Pizza l’uomo delle relazioni “ad altissimo livello”, accusato di essere la mente dell’organizzazione travolta dall’operazione da 24 arresti. Nelle intercettazioni della guardia di finanza, Pizza parla della sua ragnatela di raccomandazioni. Di Angelino Alfano e di suo fratello assunto alle Poste Italiane, di Vittorio Crecco l’ex dg dell’Inps, di Silvio Berlusconi, di Antonio Cannalire il braccio destro di Ponzellini in Bpm.

 

QUANDO PIZZA DISSE: “HO FATTO ASSUMERE IL FRATELLO DI ALFANO ALLE POSTE” – Il 9 gennaio del 2015 i finanzieri registrano una conversazione tra Pizza e Davide Tedesco, collaboratore politico del ministro dell’Interno Alfano. “Pizza – scrivono le fiamme gialle – sostiene di aver facilitato, grazie ai suoi rapporti con l’ex amministratore Massimo Sarmi, l’assunzione del fratello del ministro in una società del Gruppo Poste”.

Pizza: “Angelino lo considero una persona perbene un amico… se gli posso dare una mano… mi ha chiamato il fratello per farmi gli auguri…tu devi sapere che lui come massimo (di stipendio, ndr) poteva avere 170.000 euro… no… io gli ho fatto avere 160.000. Tant’è che Sarmi stesso glie l’ha detto ad Angelino: io ho tolto 10.000 euro d’accordo con Lino (il soprannome di Pizza, ndr), per poi evitare. Adesso va dicendo che la colpa è la mia, che l’ho fottuto perché non gli ho fatto dare i 170.000 euro… cioé gliel’ho pure spiegato… poi te li facciamo recuperare…sai come si dice ogni volta… stai attento… però il motivo che non arriviamo a 170 è per evitare che poi dice cazzo te danno fino all’ultima lira. Diecimila euro magari te li recuperi diversamente”.
L’INCONTRO CON BERLUSCONI AD ARCORE – Parlando con il senatore di Ncd Guido Viceconte, ex sottosegretario al ministero dei Trasporti, Pizza parla di Vittorio Crecco. “È la prima volta che me capita uno che viene nominato dalla destra e dalla sinistra”. Crecco sarebbe diventato dg dell’Inps grazie a Silvio Berlusconi. A presentarlo all’ex cavaliere sarebbe stato proprio Raffaele Pizza.

Pizza: “Sono un grande amico del Senatore Bonferroni e lui mi ruppe i coglioni, diceva: dobbiamo andare ad Arcore, ti devo presentare il Cavaliere perché deve fare una grande cosa, aprire i call center. Io gli dissi: ok ci vengo, e ci portai Agostino Ragosa, che poi è diventato direttore generale dell’Agenda digitale e prima era responsabile grazie a me della parte informatica delle Poste. E anche Vittorio Crecco, che era responsabile dell’informatica dell’Inps. Crecco dice al Cavaliere di dare un milione di lire ai pensionati e gli fece tutta l’operazione sette o otto mesi prima delle elezioni. Il Cavaliere è impazzito, di fronte alla proposta, e questo gli manda quanto sarebbe costata perché ce l’aveva lui. E quindi nasce questa operazione del milione di lire alle pensioni. Ad un certo punto ci fu un “Porta a Porta” famoso, quello in cui ci fu il famoso contratto con gli italiani. Questo (Berlusconi, ndr) mi rompeva i coglioni attraverso Valentini (Valentino Valentini, braccio destro dell’ex premier per i rapporti con l’estero), e io prima che finisse di registrare la cosa di Porta a Porta gli porto un dossier che mi ricordo a quadri. Lo diedi a Valentino (dicendogli) di darlo al Presidente. Quando lui cominciò a parlare del milione di lire, tutto questo e il resto, quello gli dice “quanto costerebbe?”, e questo “zaaac”. E Vittorio in cambio diventò Direttore Generale dell’Inps. Poi lui è bravissimo, lo fece rinominare da Franco Marini quand’era Presidente del Senato. Tant’è che lo chiamavano “mitico”, perché è la prima volta che me capita uno che viene nominato dalla destra e dalla sinistra. È un genio assoluto”.

Viceconte: “Adesso lui dove sta?”

Pizza: “Adesso lui è in pensione, è stato 10 anni….ma lui ha cambiato l’Inps”.

 

 

DOPO IL FRATELLO, IN UN’INTERCETTAZIONE ANCHE IL PADRE DEL MINISTRO – Dopo il fratello, spunta anche il padre del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nelle carte dell’inchiesta. Secondo quanto riferito nel corso di una conversazione intercettata, avrebbe mandato 80 curriculum per presunte assunzioni a Poste Italiane.

A colloquio il 17 maggio del 2015 sono Marzia Capaccio, indagata, segretaria del faccendiere Raffaele Pizza ed un’altra persona, Elisabetta C. Le due donne sembrano lamentarsi per qualcosa che il ministro non avrebbe fatto.

 

Capaccio: “io ti ho spiegato cosa ci ha fatto a noi Angelino…”
Elisabetta: “e…lo so…lo so…lo so…”.
Capaccio: “Cioè noi gli abbiamo sistemato la famiglia…questo doveva fare una cosa….la sera prima…mi ha chiamato suo padre…mi ha mandato ottanta curriculum…
ottanta….”.
Elisabetta: “aiuto….aiuto…”.
Capaccio: “ottanta…. e dicendomi…non ti preoccupare….tu buttali dentro…la situazione la gestiamo noi…e il fratello comunque è un funzionario di Poste….anzi è un amministratore delegato di Poste…”.
Elisabetta: “si..si..lo so..lo so…”.
Capaccio: “e questo è un danno che ha fatto il mio capo (ndr. Pizza)…io lo sputerei in faccia solo per questo…”.
Elisabetta: “vabbè…tanto ce ne sono tanti Marzia…è inutile dirsi…questo è il sistema purtroppo…”.
Capaccio: “sì ma io l’avevo già capito che questo guardava solo ai cazzi suoi…glielo avevo già detto…io a differenza tua non mi faccio coinvolgere più di tanto, perchè cerco di razionalizzare un attimo di più e di valutare le persone che ho davanti…cosa che il mio capo…purtroppo in alcune circostanze nonostante la sua esperienza non è in grado di fare…

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ALFANO: “RIUSO POLITICO DI SCARTI DI UN’INCHIESTA” – “Siamo di fronte al ri-uso politico degli scarti di un’inchiesta giudiziaria”. Un furente Angelino Alfano commenta le intercettazioni che lo tirano in ballo con il fratello. “Ciò che – afferma il ministro – i magistrati hanno studiato, ritenendolo non idoneo a coinvolgermi in alcun modo, viene usato per fini esclusivamente politici. Le intercettazioni non riguardano me, bensì terze e quarte persone che parlano di me. Persone, peraltro, che non vedo e non sento da anni”.

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