La Cgil rischia di fare la fine del Pd, si candida anche Colla

Sfida a due per la leadership della Confederazione, i renziani puntano al controllo del vertice dell’organizzazione

Vincenzo Colla, segretario confederale Cgil, è pronto a correre per la leadership della confederazione. La disponibilità alla candidatura è stata formalizzata ufficialmente nel corso del direttivo convocato oggi per fare il punto sulla manovra economica e approvare il bilancio della confederazione.  Colla pertanto sfiderà Maurizio Landini, candidato dalla maggioranza della segreteria confederale su indicazione del leader uscente Susanna Camusso.

Il nuovo segretario generale sarà votato a Bari dall’assemblea generale che sarà eletta dal congresso nazionale che si svolgerà dal 22 al 25 gennaio. Colla incontrerà la stampa domani 21 dicembre alle 10.45 nella sede della Cgil per spiegare le ragioni della sua candidatura.

Dando seguito al comitato direttivo dell`11 novembre che nell`ordine del giorno approvato sancisce la legittimità del percorso e della proposta del segretario generale, ma che al contempo prende atto e legittima differenti posizioni, comunico al comitato direttivo la mia disponibilità alla candidatura a segretario generale nell`ambito delle modalità e regole previste, nell`assemblea generale che sarà eletta al congresso nazionale di Bari“. Così  Colla ha annunciato la sua candidatura alla guida della confederazione di corso d’Italia. “Come è noto – ha detto – io e altri compagni abbiamo espresso perplessità su tempi, metodo e procedure. Per questo solo oggi, a conclusione dei congressi delle categorie dei lavoratori attivi, ritengo giusto e doveroso dare voce alle tante sensibilità e richieste via via crescenti che ho ricevuto di esplicitare questa mia disponibilità. Da più parti si è indicato che una pluralità di opzioni per la segretaria generale della confederazione possa rappresentare un percorso non solo legittimo, ma positivo, un elemento che arricchisce il pluralismo e i meccanismi democratici della Cgil”.

Nella principale organizzazione sindacale dei lavoratori italiani si è creata una situazione inedita.  Un unico documento e programma congressuale ma due candidati pronti a misurarsi nella sfida per la leadership. Non una spaccatura nel senso tradizionale del termine, dunque, così come conosciuta negli anni precedenti con candidature alternative espressione di documenti alternativi, quanto visioni sindacali contrapposte sul prossimo futuro della Cgil. Emergono strategie profondamente contrapposte: se Landini infatti è considerato espressione di una area più indipendente, autonoma dai partiti e dai governi amici, aperta ai movimenti,  Colla rappresenta quella più conservatrice, funzionale al Pd. Colla è sostenuto anche dalla stampa  vicina alla Confindustria e dai costruttori filo-grandi opere pubbliche e filo-Tav.

 

Lo schieramento in Cgil –  A favore di Landini si sono espresse sette categorie della Cgil: può contare sui metalmeccanici della Fiom, sulla maggioranza della funzione pubblica, della scuola, del commercio, dei bancari, dei lavoratori “atipici” del Nidil e dell’agroIndustria.  Colla gode del sostegno dei “falchi” della componente di destra dell’organizzazione, nella stragrande maggioranza piddini: Ivan Pedretti, segretario nazionale  dei pensionati; Alessandro Genovesi segretario nazionale della Fillea(edili); Emilio Miceli segretario dei chimici e dei tessili; Luigi Giove segretario dell’Emilia Romagna; Walter Schiavella segretario della Camera del lavoro di Napoli; Fabrizio Solari segretario nazionale Slc,  alcuni reduci e trombati, parte integrante dei  vecchi sistemi di potere politico della Campania e della Lombardia. E non manca qualche appoggio politico esterno.  Come anticipato dal nostro giornale lo scorso 13 dicembre, l’inaugurazione della sede della Cgil nel quartiere di Bagnoli di Napoli fu l’occasione per avviare la “campagna elettorale” per  Colla, il quale  potrebbe diventare una sorta capocorrente in Cgil. Un capocorrente sostenuto dall’esterno dalla parlamentare del Pd, Carla Cantone, fedelissima di Matteo Renzi,  ex segretaria generale nazionali degli edili e dei pensionati. La Cantone  non ha mai avuto un buon rapporto con Susanna Camusso e qualche dente è ancora avvelenato.

Stando ad alcune indiscrezioni trapelate dalla sede di corso d’Italia, il candidato di Renzi e della Cantone avrebbe raccolto un 25 % di consensi dai congressi di categoria nazionali e territoriali. La sua discesa in campo sarebbe parte di un disegno preciso, la costituzione di una componente interna alla Cgil in modo da aprire la “contrattazione” per rivendicare poltrone negli organismi di segreteria a livello nazionale.

Eliana Como dell’area della sinistra radicale presentatrice del  documento ‘Riconquistiamo tutto’ non voterà né Colla né Landini –  “Al direttivo di oggi, Vincenzo Colla ha annunciato la sua auto-candidatura alla segreteria generale della Cgil. Il documento più unitario e il congresso più dal basso della storia consegna una maggioranza spaccata in due, sui programmi oltre che sui nomi.  Noi continuiamo a stare dalla stessa parte, né con uno né con l’altro – ha annunciato Eliana Como presentatrice del documento “Riconquistiamo tutto” –  Abbiamo un punto di vista e faticosamente lo abbiamo proposto ai lavoratori e alle lavoratrici nelle assemblee di base, quelle che oggi, a questa organizzazione, sembrano più lontane di un vecchio ricordo – ha evidenziato –  E, piacciano o meno le nostre idee, continuiamo a coltivare come un dono raro e prezioso, la nostra coerenza, trasparenza e radicalità. In direzione ostinata e contraria. Noi non siamo neutrali, attenzione – ha aggiunto –  Lo siamo forse meno di tutti gli altri. Il nostro punto di vista lo abbiamo proposto ai lavoratori e di neutrale non ha niente, sono le altre posizioni a non essere state chiare, fin dall’inizio. Che ci fosse questo scontro sui nomi si sapeva da oltre un anno. Si è deciso non discutere sui programmi con i lavoratori, facendo finta di essere d’accordo su tutto – evidenzia ancora Como –  La Cgil ha bisogno urgente di discutere di linea politica, come recuperare quella credibilità che ha perso in questi anni, in particolare dal 2011 in poi, non avendo fatto una vera opposizione alle controriforme di questi anni. Quella credibilità per me non si recupera affidandosi a un segretario più carismatico o anche solo più telegenico di un altro. E le illusioni servono a poco, se non si affrontano i problemi reali – ha puntualizzato –  Anzi, rischiano di distogliere ancora di più dai problemi reali, nascondendoli dietro applausi e ovazioni. Ho già visto questo film nei metalmeccanici: il finale è stato il peggior contratto collettivo nazionale della nostra storia

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