La base con Di Maio: “Andiamo avanti, impareremo dalla sconfitta”

A Fianco del giovane leader tutte le anime dell’organizzazione

Domani Luigi Di Maio sarà confermato leader del Movimento 5 Stelle. Domani gli iscritti si pronunceranno sulla rete, la piattaforma Rousseau e confermeranno  la fiducia al giovane vice premier, ministro del lavoro e dello sviluppo. Sostegno a Di Maio è stato espresso dai riferimenti delle varie anime del Movimento: Alessandro Di Battista e  Roberto Fico. “Chi è in difficoltà va sostenuto”, ha sottolineato Di Battista . Il giovane leader potrà contare sull’appoggio di Beppe Grillo “Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima”. Grillo lancia un moto di sdegno per le critiche, definite “una ferita per me”. Luigi non è esposto in uno scandalo di nessun genere. E’ già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. La minaccia è esterna al M5S”, avverte Grillo. In suo soccorso si affianca anche quello di Davide Casaleggio che benedice la scelta “coerente” e “coraggiosa” di rimettersi al voto degli iscritti. “Ho chiesto la fiducia agli iscritti perche’ anche io ho una dignita’ e negli ultimi due giorni mi sono sentito dire di tutto” – ha detto  il leader pentastellato intervenendo all’ assemblea M5s –  A me non me ne frega nulla della poltrona. Non sto attaccato al ruolo di capo politico, ci ho sempre messo la faccia e continuerò a mettercela. Molti pensano che sia bello stare in prima linea, ma il punto e’ che quando va tutto bene e vinciamo il merito e’ di tutti, giustamente, il problema e’ che se si perde prendo schiaffi solo io”. Le parole di Di Maio sono apprezzate dalla base. “Domani sarà un plebiscito per Luigi Di Maio – evidenzia un militante – Luigi ha fatto  benissimo a richiedere la votazione degli iscritti sulla piattaforna Rousseau perchè vuole sapere, capire se a seguito della sconfitta elettorale   ha ancora dalla sua parte la maggioranza degli iscritti che lo vogliono ancora capo politico del Movimento. E’ necessario un cambiamento radicale dal punto di vista organizzativo e territoriale del Movimento e per fare questo ha bisogno di una forte legittimazione degli iscritti. E’necessario anche un forte coinvolgimento di Alessandro Di Battista sulla nuova forma di organizzazione del M5S”. Il vice premier pronto per un rilancio organizzativo. “Se domani vengo riconfermato non restiamo fermi, dobbiamo cambiare delle cose. Dobbiamo avviare una nuova organizzazione. Il M5S non perde mai, o vince o impara, io la vedo così, questa è la nostra storia e da qui dobbiamo ripartire” – ha puntualizzato Di Maio durante la riunione dei parlamentari

NESSUNA CRISI DI GOVERNO – Il Governo del cambiamento deve ancora completare buona parte del suo programma. E’ questo il responso del giro di ‘consultazioni’ del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha incontrato i suoi vice per fare il punto dopo lo scossone elettorale e ha poi riferito al Colle l’esito dei colloqui. “Ho elaborato un’agenda fitta di misure e provvedimenti da attuare che ci impegnerà per il resto della legislatura”, dice in una nota. Il messaggio è chiaro: si va avanti, il ritorno alle urne non è contemplato dall’inquilino di palazzo Chigi. Certo, a pochi giorni dal suo primo compleanno l’esecutivo sta vivendo una fase delicatissima. E perché si spenga non solo la prima ma pure le prossime candeline serve che siano d’accordo le due forze di maggioranza. Nessun vertice a tre, Conte ha voluto incontrare i due vicepremier separatamente. Prima Matteo Salvini, vincitore nelle urne: un paio d’ore di colloquio in cui il presidente ha ascoltato il leader del Carroccio ribadire che ‘è finita la stagione dei no’ e che il governo andrà avanti ma si aspetta un cambio di passo- e di atteggiamento – da parte pentastellati. Uscito lui, è arrivato Luigi Di Maio,  che pur ammettendo la batosta ha a sua volta rivendicato il ruolo di maggioranza del Movimento in Parlamento e nel governo, forte dei numeri delle politiche 2018. Ma Conte non è stato certo in silenzio. Se Salvini ha già dettato la sua agenda di governo, il premier ha chiesto a lui come a Di Maio di ‘scalettare’ le rispettive priorità, ma ha anche “riassunto le varie iniziative e i vari provvedimenti che giudico assolutamente strategici per il bene del Paese”.

Conte non ha alcuna intenzione di svolgere il ruolo di mero esecutore.  Per lui era importante ribadire che il premier ha sì ruolo di garante del governo e dell’equilibrio tra i due azionisti, ma ha anche l’ultima parola sulle decisioni dell’esecutivo che a lui fa capo. Ecco perché, tornato a palazzo Chigi dopo aver riferito a Mattarella del confronto “serio e approfondito” che è servito, ha assicurato, “a operare una ricognizione delle varie misure che tornano utili a rilanciare l’azione di governo”, Conte parla di una ‘sua’ agenda di cose da fare. Perché vada in porto, perché si arrivi a fine legislatura serve però che il polverone elettorale si sedimenti e le polemiche lascino spazio alla collaborazione. “Ho chiesto a entrambi i vicepresidenti di accelerare i confronti e le valutazioni che sono in atto nell’ambito di ciascuna forza politica – spiega il premier – in modo da poter ripartire già nei prossimi giorni con chiarezza di intenti e determinazione di risultati”. Conte sa anche che serve uno sforzo da ambo le parti, serve mettere un punto e ripartire. Anche perché bisogna affrontare con urgenza la possibile infrazione Ue sulla violazione della regola del debito e la partita fondamentale che si gioca a Bruxelles per la composizione della nuova commissione e le altre nomine europee. Di questo Conte ha parlato sia con Salvini e Di Maio sia con Mattarella, riferendo esiti e impressioni del vertice informale dei leader di martedì da cui, per ora, non è emerso un accordo sui nomi.

 

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