Il governo di Tel Aviv fa capire ormai esplicitamente di non volerne più sapere della presenza del contingente internazionale nel sud del Libano.
L’arroganza dello Stato d’ Israele non ha limiti. Non vuole testimoni sul campo che documentano i suoi crimini. Minaccia i vertici dell’Onu e continua a sparare sui militari del contingente di pace
Alle 6,40 di oggi, due carri armati israeliani hanno fatto irruzione in una base Onu in Libano e abbattuto il cancello principale. “Questa mattina presto – ricostruisce Unifil in una nota – le forze di peacekeeping dislocate presso una postazione a Ramyah hanno osservato tre plotoni di soldati dell’Idf attraversare la Linea Blu verso il Libano. Verso le 4.30 del mattino, mentre i peacekeeper erano nei rifugi, due carri armati Merkava dell’Idf hanno distrutto il cancello principale della posizione e vi sono entrati con la forza. Hanno chiesto più volte che la base spegnesse le luci. I carri armati se ne sono andati circa 45 minuti dopo, dopo che l’Unifil ha protestato tramite il nostro meccanismo di collegamento, affermando che la presenza dell’Idf stava mettendo in pericolo i peacekeeper”. L’Unifil aggiunge che “verso le 6.40 del mattino, i peacekeeper nella stessa posizione hanno segnalato lo sparo di diversi colpi a 100 metri a nord, che hanno emesso fumo. Nonostante indossassero maschere protettive, 15 peacekeeper hanno subito effetti, tra cui irritazioni cutanee e reazioni gastrointestinali, dopo che il fumo è entrato nel campo. I peacekeeper stanno ricevendo cure”.
Il tutto all’indomani di un altra seria azione di disturbo da parte di Israele: “i soldati dell’Idf hanno fermato un movimento logistico critico dell’Unifil nei pressi di Meiss ej Jebel, negandogli il passaggio”.
E puntuale arriva la una sorta di rivendicazione da parte del governo di Tel Aviv. In un discorso tenuto oggi, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “mi rivolgo direttamente al Segretario generale delle Nazioni Unite: il vostro rifiuto di evacuare i soldati dell’Unifil li sta trasformando in ostaggi di Hezbollah. Non evacuando i vostri peacekeeper dell’Unifil state mettendo in pericolo le loro vite, vi abbiamo chiesto innumerevoli volte di evacuare, e continuate a rifiutarvi”.
La protesta della missione Onu
“Per la quarta volta in pochi giorni, ricordiamo all’Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare in ogni momento l’inviolabilità dei locali delle Nazioni Unite”, dichiara l’Unifil. “Violare ed entrare in una posizione Onu è un’ulteriore flagrante violazione del diritto internazionale e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza. Ogni attacco deliberato ai peacekeeper una grave violazione del diritto internazionale umanitario. Il mandato dell’Unifil prevede la sua libertà di movimento nella sua area di operazioni e qualsiasi restrizione a ciò è una violazione della risoluzione 1701. Per questo l’Unifil rende noto di aver chiesto a Israele «spiegazioni in merito a queste scioccanti violazioni“.
Cos’è UNIFIL in Libano
UNIFIL sta per United Nations Interim Force In Lebanon (Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite). Il suo obiettivo è garantire il rispetto del confine tra Israele e Libano. È stata istituita dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 1978 – dopo la prima invasione del Libano da parte di Israele, scattata per gli attacchi da parte dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) – e più volte rinnovata. La missione fu istituita con la risoluzione 425 che impose a Israele il ritiro dal territorio libanese.Senza l’UNIFIL sul territorio, mancherebbe qualsiasi monitoraggio sul territorio di osservatori esterni.
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