In Italia 500 mila falsi tirocini e finti stage. Lo sfruttamento dei giovani ignorato dal governo

Vittime  molti studenti universitari, neo laureati costretti a lavorare gratuitamente, ricattati dal “bisogno di fare esperienza per inserire le attività nei curriculum”

In Italia, aumentano i falsi tirocini e gli stage artificiosi. Secondo le organizzazioni sindacali indipendenti e i comitati di lotta indipendenti. circa 500 mila lavoratori e lavoratrici, giovani e meno giovani vengono sfruttati, usati dalle aziende  come “tirocinanti”, “stagisti” per aggirare i contratti di lavoro. Effettuano 50, 60 ore settimanali di lavoro, percependo, quando sono fortunati,  un “rimborso spese” di 500 euro  senza contributi, tredicesima, quattordicesima, tfr e straordinari. Gli stage, i tirocini fasulli vengono utilizzati per aggirare le leggi vigenti che hanno introdotto limiti sull’utilizzo dei contratti a termine. Alcuni imprenditori consigliati dai soliti consulenti del lavoro e dalle agenzie interinali assumono con contratti a tempo determinato per un anno e subito dopo propongono il tirocinio. Molte aziende di call center, per esempio, continuano ad assumere tramite tirocini. Tanto sfruttamento. Vittime  molti studenti universitari, neo laureati costretti a lavorare gratuitamente, ricattati dal “bisogno di fare esperienza per inserire le attività nei curriculum”. Vittime anche molti lavoratori licenziati e senza lavoro, cinquantenni costretti ad accettare “rimborsi spese” da fame per mettere il piatto a tavola. Il governo, il Ministero del Lavoro dovrebbe programmare controlli, ispezioni mirate per prevenire e combattere gli abusi, lo sfruttamento, attivando la Guardia di Finanza, il nucleo carabinieri dell’ispettorato del lavoro e dell’Inps. Invece, permane l’indifferenza, l’inettitudine istituzionale. Una sorta di legittimazione dello sfruttamento e delle violazioni dei diritti collettivi.

Ciro Crescentini

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