Non ammazzate l’orso Papillon!

 Lega antivivisezione, Legambiente e Movimento 5 Stelle lanciano appello contro l’abbattimento 

Non ammazzate l’orso Papillon”, il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ospite di Studio 24 su Rainews 24, invita ancora alla calma, a non sparare al plantigrado in fuga nei boschi del Trentino. Costa ha anche ribattezzato l’orso, invece di M49 “che sembra un’arma l’ho chiamato Papillon, perché sono innamorato del film di Steve McQueen. Ma al di là del nome mi chiedo: c’è la necessità di ammazzarlo? Io penso che possiamo vivere bene insieme. Lo abbiamo fatto finora, continuiamo a farlo”.  Il plantigrado di tre anni era stato catturato nella val Rendena e rinchiuso in una gabbia, ma alle 5 del mattino è riuscito a scappare scavalcando una recinzione elettrica che può dare scosse da 7 mila volt e una barriera metallica alta quasi quattro metri. L’evasione è diventata un caso politico con gli animalisti che chiedono che l’animale non venga abbattuto. “Ho dato ordine ai forestali, qualora M49 dovesse avvicinarsi alle case abitate, anche di abbatterlo“, ha spiegato il governatore della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che il primo luglio aveva firmato l’ordinanza di cattura nonostante il parere negativo del ministro all’Ambiente, Sergio Costa. Un appello contro l’abbattimento dell’orso è stato lanciato da  Lav e Legambiente.  Appello sposato da  Ilaria Fontana e Patrizia Terzoni, deputate del MoVimento 5 Stelle e rispettivamente Capogruppo e Vicepresidente della commissione Ambiente alla Camera: “M49 non è un nome in codice, né un numero bensì un essere vivente, un raro esemplare di orso bruno che ha diritto di continuare a vivere. Ci uniamo tutti all’accorato appello del Ministro dell’Ambiente Costa per scongiurare il rischio che venga abbattuto. Sparare all’orso M49, solo perché in fuga e in cerca di libertà, è intollerabile, considerato che non ha mai dimostrato di essere un pericolo per l’uomo e la salute pubblica. Il nostro è un appello al buon senso!”. Per la Lav (Lega anti-vivisezione) la fuga di M49 “non deve diventare giustificazione per un’azione cruenta ai danni dell’animale”. “L’incapacità di gestire l’orso è semmai una responsabilità della Provincia di Trento, sin qui fallimentare nel garantirne la convivenza con le popolazioni, nonché la detenzione nella struttura dove pure l’animale era stato portato, con tanto di rimozione del radiocollare unico sistema di localizzazione e identificazione certa dell’animale. Questa incapacità è diventata come da copione una sentenza di condanna a morte”.

 

 

 

 

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest