Gruppo Di Palo di Afragola licenzia dipendente malato  di sclerosi multipla

La decisione ha provocato una forte indignazione

Il padronato dopo avere beneficiato di sovvenzioni indirette dallo Stato (benefici fiscali, cassa integrazione, sospensione delle tasse) a causa dell’emergenza sanitaria Coronavirus inizia a licenziare nonostante il divieto sancito dai decreti del governo.  E gli effetti devastanti si riflettono sui più deboli. La società Iper Trade Srl del Gruppo Di Palo di Afragola che gestisce una catena di supermercati ha deciso di gettare sul lastrico un dipendente malato di sclerosi laterale amiotrofica “per aver superato il periodo di comporto”.

Una decisione alquanto singolare considerato che il lavoratore aveva diritto a permessi per visite specialistiche prescritte dal medico competente aziendale e dalle strutture sanitarie pubbliche e poteva beneficiare del periodo di aspettativa previsto dal contratto nazionale di lavoro di categoria. Le decisioni assunte dalla società sono gravissime. Un comportamento per niente responsabile sul piano etico e sociale. Le decisione di Iper Trade Gruppo Di Palo ha provocato una forte indignazione. In difesa del lavoratore licenziato scendono in campo autorevoli avvocati giuslavoristi, la Rete e Soccorso per i diritti, associazioni dei consumatori e parlamentari regionali che annunciano interrogazioni consiliari.  Oggi c’è un clima ostile nei confronti dei lavoratori che si trovano ad avere problemi di salute. Purtroppo prevale il concetto del dipendente “usa e getta“.

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una rara patologia neurodegenerativa che colpisce selettivamente i cosiddetti neuroni di moto, chiamati anche motoneuroni. Nei pazienti affetti da SLA, la degenerazione dei motoneuroni superiori (corticali) e inferiori (troncoencefalici e spinali) causa, principalmente, la perdita graduale del controllo dei muscoli scheletrici, conducendo ad una progressiva paralisi e alla necessità, una volta compromessi i muscoli respiratori, di ventilazione assistita.

Ciro Crescentini

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