Grande coalizione per negare l’uso delle intercettazioni di Cesaro: no da Pd, Fi, Fdi e Si

Il deputato forzista indagato nell’inchiesta su mazzette e appalti dei rifiuti, per fatti relativi a quando era presidente della provincia di Napoli: l’aula respinge la richiesta del gip perché gli ascolti sarebbero in violazione della legge che tutela i parlamentari

Una grande coalizione contro “la persecuzione” a Luigi Cesaro. Si sono messi insieme Pd, Sinistra italiana, Fratelli d’Italia e Forza Italia, per negare l’utilizzo delle intercettazioni del deputato forzista, richiesto dal gip del Tribunale di Napoli il 14 aprile 2016. “C’è fumus persecutionis” secondo la giunta per le autorizzazioni, negli ascolti allegati all’inchiesta su mazzette e appalti per la raccolta dei rifiuti nei comuni di Lacco Ameno, Forio d’Ischia e Monte di Procida. E l’aula vota a favore della relazione di Marco Di Lello (Pd). Contro l’autorizzazione votano in 285, a favore in 74: quelli del Movimento 5 Stelle e Scelta civica. Si astiene la Lega. I fatti si riferiscono al periodo in cui Cesaro, detto Giggino ‘a purpetta, era presidente della provincia di Napoli. Per la stessa inchiesta era stata inoltrata richiesta di arresti domiciliari per Domenico De Siano, senatore di Forza Italia e coordinatore campano del partito: anche in quel caso arrivò il no dei colleghi parlamentari alla misura cautelare. Con Cesaro i deputati si appigliano all’articolo 68 della Costituzione, e giurano che la casta non c’entra nulla: le intercettazioni non possono essere utilizzate nel procedimento in quanto erano “dirette” e non casuali. Quindi in violazione della legge, essendo avvenute nel gennaio 2012, data successiva all’inizio delle inchiesta anche a carico dell’ex presidente della provincia. Che così si salva ancora una volta.

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