Giurò fedeltà al califfo, espulso pakistano nel Milanese

Era arrivato in Italia nel 2003 con i familiari

Sposato con una connazionale, era arrivato in Italia nel 2003 con i familiari, ha frequentato le scuole italiane e aveva un lavoro fisso. Era un “aspirante combattente”, che avrebbe già prestato giuramento di sottomissione al Califfo, il pakistano di 26 anni su cui pendeva un provvedimento di espulsione da parte del ministro dell’Interno eseguito dai carabinieri del Ros e di Milano a Vaprio d’Adda, nel Milanese. Tra i suoi potenziali obiettivi, secondo gli investigatori, ci sarebbe stata una rivendita di alcolici.

 

Il provvedimento – spiegano gli investigatori – è stato preso dopo una lunga indagine coordinata dalla Procura distrettuale antiterrorismo di Milano in accordo con la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, che ha permesso di verificare un “crescente processo di radicalizzazione in chiave jihadista” del pakistano che, in più occasioni, aveva manifestato l’adesione allo Stato Islamico e la condivisione delle azioni commesse da diverse organizzazioni terroristiche della galassia jihadista.

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