Francia, la lotta dei giornalisti per la libertà. Scontri e pestaggi a Parigi

Continuano i cortei contro la legge che limita il diritto di cronaca

Continua la “Marcia per la libertà”, la protesta dei francesi contro  la proposta di nuova legge sulla sicurezza generale, attualmente in discussione al parlamento che prevede il divieto di filmare e documentare le azioni dei poliziotti, in particolare dopo le violenze dell’ultimo periodo culminate nel pestaggio del produttore musicale di colore Michel Zecler e lo sgombero di un accampamento di migranti e senzatetto a Parigi ordinato dal prefetto Didier Lallement, nel corso del quale sono stati aggrediti numerosi giornalisti con immagini e video diventati virali sui Social media. Gli organizzatori della Marcia hanno giudicato la legge sulla “sicurezza globale” un provvedimento “liberticida”. Il punto contestato è in primis l’articolo 24, che vieta di fare foto e video ai poliziotti in azione, pena una multa fino a 45 mila euro e un anno di carcere.

giornalisti picchiati dalla polizia

Le iniziative di lotta sono stata organizzate dal collettivo “Fermate la legge di sicurezza globale”, composto da giornalisti e dai loro sindacati, da esponenti della sinistra parlamentare e sindacale, dalle organizzazioni per i diritti umani e dagli attivisti in materia di libertà civili: non c’è solo la sinistra, in ogni caso, perché più di 100 fra politici e pubblici ufficiali si sono schierati a fianco degli operatori dell’informazione.

Un provvedimento di legge che potrebbe mettere in discussione il diritto di cronaca e la libertà di espressione. Le associazioni di giornalisti denunciano che la misura non verrà applicata soltanto ai media ma anche a qualsiasi cittadino che riprenderà un’operazione di polizia.

Ciro Crescentini

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