Emergenza Covid, indagati Conte e 6 ministri

Notifica anche per Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza. Palazzo Chigi: “Atto dovuto, originato da denunce in varie parti d’Italia. Per la procura sono da archiviare”. Tra i reati ipotizzati per la gestione della pandemia anche epidemia e omicidio colposo

Gestione dell’emergenza Covid, il premier Giuseppe Conte è indagato con i ministri Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza. Hanno tutti ricevuto una notifica riguardante un avviso per reati commessi da membri del governo nell’esercizio delle loro funzioni, da parte della Procura di Roma. A darne notizia è una nota di palazzo Chigi. L’atto arriva a seguito di denunce in varie parti d’Italia, per i reati in concorso di epidemia, omicidio colposo, abuso d’ufficio, Attentato contro la costituzione dello Stato, attentato ai diritti politici del cittadino. “La trasmissione da parte della Procura al Collegio, in base alle previsioni di legge – spiega la nota -, è un atto dovuto. Nel caso specifico tale trasmissione è stata accompagnata da una relazione nella quale l’Ufficio della Procura ‘ritiene le notizie di testo infondate e dunque da archiviare. Il Presidente del Consiglio e i Ministri si dichiarano sin d’ora disponibili a fornire ai Magistrati ogni elemento utile a completare l’iter procedimentale, in uno spirito di massima collaborazione”.  L’avviso è stato inviato agli esponenti di governo come previsto dall’articolo 6 della legge costituzionale 1/1989 secondo cui “i rapporti, i referti e le denunzie concernenti i reati indicati dall’articolo 96 della Costituzione”, secondo cui “il Presidente del Consiglio ed i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale”, “sono presentati o inviati al procuratore della repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d’appello competente per territorio”. Il procuratore “omessa ogni indagine, entro il termine di quindici giorni, trasmette con le sue richieste gli atti relativi al collegio di cui al successivo articolo 7, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati perché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati”.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest