Direttivo Cgil:  ritirata strategica dei sostenitori di Colla

Approvato un documento unitario ma lo scontro potrebbe emergere dall’assemblea generale di gennaio, tutto dipenderà dai rapporti di forza che usciranno dal congresso

Il direttivo della Cgil nazionale si è concluso con un documento unitario che nella sostanza appoggia la linea della segretaria uscente Susanna Camusso.  Un documento proposto da tutta la segreteria nazionale (nessun voto contrario e 3 astenuti) che “prende atto che su questo percorso si sono legittimamente manifestate differenti posizioni”, si legge.  Il dibattito di oggi, riferiscono fonti della Cgil, si sarebbe svolto in un clima “molto più sereno” ma le posizioni di alcuni sostenitori di Vincenzo Colla non sarebbero immutate, almeno degli oltranzisti della destra interna. Gli interventi di Ivan Pedretti (Spi), Michele Azzola (Cgil di Roma e Lazio), Emilio Miceli (Filctem) e Alessandro Genovesi (Fillea) hanno per esempio ribadito critiche e perplessità in merito alla proposta  avanzata dalla segretaria uscente Susanna Camusso di affidare la guida dell’organizzazione a Maurizio Landini.  I sostenitori di Vincenzo Colla, che nella precedente riunione del parlamentino il 27 ottobre avevano espresso critiche di metodo e merito sulla scelta del numero uno dell’organizzazione, alla fine non hanno presentato un proprio ordine del giorno con una candidatura alternativa. Dopo le conclusioni di Camusso, il segretario confederale Roberto Ghiselli, che in segreteria si era espresso contro la scelta di candidare Landini, ha chiesto di poter emendare il documento per evitare rotture traumatiche e salvaguardare l’unità del sindacato. E alla fine così è stato.  La  spaccatura, però,  non c’è stata. La riunione del direttivo  si è svolta senza strappi. Dal suo canto, Camusso ha ribadito la legittimità del percorso e gli elementi già citati nella relazione introduttiva del 27 ottobre che l’hanno portata a indicare Landini. Il segretario generale ha risposto nel merito a tutte le osservazioni e critiche manifestate durante il dibattito.

Questo non significa che ci sarà una candidatura unica, quella di Landini, che ha già accettato la proposta avanzata da Camusso.  I sostenitori di Colla, avendo preso atto che nel direttivo sono minoranza, potrebbero ancora valutare, sulla base dei congressi di categoria che si svolgeranno nelle prossime settimane, di rinviare la mossa di opporre un altro candidato a Landini direttamente al congresso di Bari (22-25 gennaio).

La conta, in questo caso, avverrebbe nell’assemblea generale di gennaio (i componenti saranno votati dal congresso), che formalmente eleggerà il nuovo segretario generale. Secondo questo schema, persa la battaglia del direttivo Colla punterebbe a vincere la guerra nell`assemblea generale. E’ solo un’ipotesi, per il momento, anche alla luce della conclusione unitaria del direttivo e, allo stesso tempo, perché alla candidatura di Landini stanno arrivando diversi sì: dalla sinistra interna alla Fisac e alla Sicilia, senza contare la standing ovation che gli ha riservato Milano. Dunque, tutto dipenderà dai rapporti di forza. Ma non sono esclusi “accordi unitari” quando sarà costituita  la segreteria confederale nazionale e affidati  altri incarichi a livello nazionale

“Il comitato direttivo – si legge nel documento unitario – ritiene che il congresso si stia svolgendo nel rispetto delle regole date e considera legittimo il percorso che ha portato alla proposta avanzata in merito alla candidatura a segretario generale, contenuta nella relazione. Prende atto che su questo percorso si sono legittamamente manifestate differenti posizioni. E’ importante che il documento ‘Il lavoro è’ presentato dalla maggioranza del gruppo dirigente venga fatto vivere nella fase congressuale in atto, anche alla luce del contesto politico e sociale attuale”.

“Lo stesso confronto sui futuri assetti dell’organizzazione, a partire dall’elezione del segretario generale – conclude – deve svolgersi nel pieno rispetto del pluralismo di idee e delle regole che definiscono modalità e procedure negli organismi preposti, eletti al prossimo congresso nazionale. Il congresso, momento fondamentale dell’organizzazione, deve concludersi confermando il carattere libero, partecipato e civile di confronto fin qui determinatosi, nel rispetto del voto largamente maggioritario delle iscritte e degli iscritti ai contenuti del documento ‘Il lavoro è’. In questo contesto, ci sono tempi e condizioni per rafforzare l’unità della Cgil, per salvaguardarne e valorizzarne il ruolo come punto di riferimento del mondo del lavoro e nella società”.

(Foto copertina Esmeralda Rizzi/Fb)

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