Decreto dignità funziona, aumentano contratti stabili: Invece, il Pd non lo vuole!

Il vice premier e ministro del lavoro Luigi di Maio: “stiamo cambiando il Paese, questo è un messaggio che dovrebbe arrivare alle malelingue”. 

Il decreto dignità funziona. Aumentano i posti di lavoro stabili.  Nel primo trimestre 2019 registrato un saldo positivo di 138 mila contratti, rispetto al quarto trimestre 2018. Di questi,  i contratti  a tempo indeterminato sono +207 mila, in calo quelli a tempo determinato (-69 mila), mentre le trasformazioni in contratti stabili (+223 mila) raggiungono il livello massimo. E’ quanto emerge dalla nota congiunta sull’occupazione a firma del  ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal, in base alle Comunicazioni obbligatorie. Nel confronto annuo, +376 mila le posizioni dipendenti (+401 mila stabili e -24 mila a termine). Nel complesso, nel primo trimestre 2019, sempre in base alle Comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, le attivazioni sono state 2 milioni 580 mila e le cessazioni 2 milioni 443 mila, che hanno determinato un saldo positivo di 138 mila posizioni di lavoro dipendente, rispetto al trimestre precedente.
Entrambe le tendenze, ossia l’aumento delle posizioni lavorative a tempo indeterminato e la riduzione di quelle a tempo determinato, sottolinea la stessa Nota trimestrale congiunta, “sono influenzate dal notevole aumento delle trasformazioni a tempo indeterminato (+223 mila, +55%) che raggiungono il livello massimo della serie storica contribuendo in modo complementare ad accrescere il numero di posizioni a tempo indeterminato e a diminuire quello delle posizioni a termine, in calo per la prima volta dal secondo trimestre 2016”, ovvero dopo undici trimestri di crescita, caratterizzata negli ultimi trimestri da un progressivo rallentamento. L’incidenza delle trasformazioni sul totale degli ingressi a tempo indeterminato (attivazioni e trasformazioni) raggiunge il 28,5% con un incremento di 6,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

DI MAIO, IL DECRETO DIGNITA’ CAMBIA IL PAESE NONOSTANTE LE MALELINGUE – “Ci hanno attaccato in ogni modo, hanno profetizzato l’Apocalisse. Ecco i dati reali: in Italia ci sono più persone con un lavoro e soprattutto con un lavoro di qualità, perché aumentano anche i contratti stabili, che danno la possibilità di progettare la propria vita. Questo è il senso di tutto, specie per i giovani: progettare un futuro! Ecco come stiamo cambiando il Paese con il Decreto Dignità e questo è un messaggio che dovrebbe arrivare alle malelingue, quelle che dicevano, tra le altre cose, che con questo decreto avremmo distrutto l’Italia. Forse abbiamo distrutto il loro giocattolo, quello dei precari e degli sfruttati!” – scrive , in un post su facebook, il vicepremier Luigi Di Maio. I prossimi passi: giù le tasse, lotta agli evasori e subito il salario minimo, perché è inaccettabile che ci siano milioni di persone che prendono ancora 3 o 4 euro l’ora! Siamo in un Paese civile, dove deve esistere il lavoro, ma non a qualunque costo. Non a prezzo della dignità”, conclude.

IL PD DIFENDE I CONTRATTI A TERMINE E CHIEDE DI MODIFICARE IL DECRETO DIGNITA’ –  Il Partito democratico si schiera apertamente in favore dei contratti a termine, i contratti della precarietà: “Al di lá di ciò che dice Di Maio –  sottolinea la senatrice piddina Annamaria Parente, vicepresidente della Commissione Lavoro – Il decreto dignità va rivisto con urgenza. Di Maio dovrebbe fare i conti con la realtà: i contratti a termine e quelli in somministrazione sono forme tutelate di lavoro, penalizzarli non conviene ai lavoratori perché spesso l’alternativa sono la disoccupazione o il lavoro nero. Aver scritto delle causali rigide e vaghe produce un utilizzo non adeguato e ingiusto dei contratti a termine.

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