Il governo ha accusato la mafia cubano-statunitense di soffiare sul fuoco
Proteste nelle ultime ore all’Avana, la capitale di Cuba e in altre città dell’isola. In piazza migliaia di persone per protestare contro la carenza di cibo, di energia elettrica e l’aumento dei prezzi dovuti alla crisi economica che sta interessando il paese, in parte dovuta all’emergenza sanitaria Covid 19. Le proteste hanno coinvolto moltissimi giovani, che hanno fermato il traffico e urlato slogan contro il governo, una circostanza piuttosto rara a Cuba dove non è usuale che si tengano manifestazioni antigovernative.
La polizia ha assistito al corteo inizialmente senza intervenire, poi gli agenti hanno disperso alcuni gruppi di manifestanti che avevano iniziato a tirare oggetti verso gli agenti. Alcuni manifestanti hanno detto di essere stufi di dover fare la fila ai negozi, dove non si trovano beni di prima necessità, e di dovere al tempo stesso fare i conti con un marcato aumento dei prezzi.
Cuba sta affrontando una delle più gravi crisi economiche degli ultimi tempi. I problemi economici sono in parte strutturali e in parte derivanti dalle sanzioni imposte da Donald Trump, quando era presidente degli Stati Uniti.
Il presidente di Cuba, Miguel Diaz-Canel, ha accusato la mafia cubano-statunitense di avere organizzato le proteste contro il governo, invitando ogni “rivoluzionario del paese” a scendere nelle strade contro chi manifesta per affrontarlo “in modo fermo, coraggioso e decisivo”.
La Russia ha messo in guardia contro qualsiasi “interferenza esterna” a Cuba. “Consideriamo inaccettabile che ci sia un’interferenza esterna negli affari interni di uno Stato sovrano o qualsiasi azione distruttiva che incoraggi la destabilizzazione della situazione sull’isola”, ha detto la portavoce del ministero degli esteri Maria Zakharova in una dichiarazione, ripresa dai media russi.