Covid,  ministra Azzolina: “la chiusura delle scuole aumenta la disuguaglianza tra ricchi e poveri”

A rischio il diritto all’istruzione

Vogliono chiudere le scuole. In atto una sistematica delegittimazione della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. La ministra è boicottata dai governatori di Campania, Puglia, Abruzzo Vincenzo De Luca, Michele Emiliano e Marco Marsilio che hanno firmato ordinanze facendo scattare la didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado e le università, seguiti dai presidenti di Umbria, Marche e Piemonte che hanno limitato, però, la didattica a distanza solo per le scuole superiori. Azzolina è osteggiata anche da alcuni sindacati che fino ad oggi non hanno fatto nulla per impedire la chiusura dei cancelli delle scuole e da alcuni settori del partito democratico.  La ministra resiste ma non è sostenuta adeguatamente dai leader del suo Movimento, in primis il ministro degli esteri Luigi Di Maio che continua ad avallare in Campania le decisioni politiche e le ordinanze autoritarie di Vincenzo De Luca, compresi gli scellerati provvedimenti che violano il diritto allo studio. Azzolina non molla.

Tenere le scuole aperte significa aiutare le fasce più deboli della popolazione”, scrive su facebook la ministra. “Significa contrastare l’aumento delle disuguaglianze, un effetto purtroppo già in corso, a causa della pandemia. Significa tutelare gli studenti, ma anche tante donne, tante mamme, che rischiano di pagare un prezzo altissimo. In mezzo a tante incognite, una certezza c’è: la chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti. La forbice sociale si allarga, il conto lo pagano i più deboli”, sottolinea Azzolina.  “Ci sono poi territori in cui la chiusura delle scuole è sinonimo di dispersione scolastica. E la dispersione scolastica – chiamiamo le cose con il loro nome – equivale all’abbandono dei ragazzi. Ampliare il divario tra famiglie benestanti e famiglie svantaggiate è una responsabilità enorme. Dobbiamo esserne consapevoli. La scuola è futuro. Senza scuola il paese diventa più debole”.

CiCre

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