Coronavirus, piccole imprese:  basta l’autocertificazione per i prestiti fino a 25 mila euro

La burocrazia continua a fare danni frapponendo ostacoli

Le banche frappongono ostacoli burocratici per la concessione dei prestiti fino a 25 mila euro in favore delle piccole imprese. Prestiti garantiti dallo Stato per fare fronte alla crisi economica dovuta al coronavirus.  Un calvario per gli imprenditori. Alcune istituti di credito ha richiesto addirittura 12 adempimenti e 7 documenti aggiuntivi, tra cui previsioni sull’andamento del 2020, previsioni che però nessuno sa fare. Un comportamento gravissimo. Eppure per la concessione dei prestiti fino a 25 mila euro non è necessario esibire in banca il bilancio o la dichiarazione dei redditi. Basta la sola autocertificazione. “A norma di legge non è prevista nessuna attività istruttoria,  di conseguenza, non sono necessari bilanci o dichiarazioni dei redditi ai fini del calcolo della soglia del 25% fatturato – afferma il commercialista Mattia Rosario Rusciano presidente dell’associazione civica “Napoli Area Nord Città Metropolitana”. Le dichiarazioni di Rusciano sono confermate dal direttore generale dell’Associazione bancaria italiana, Giovanni Sabatini, nel corso della sua audizione davanti alla commissione d’inchiesta sulle banche. I prestiti in questione sono quelli garantiti dal fondo centrale di garanzia pmi, ottenibili dai richiedenti per un ammontare massimo pari al 25% del fatturato messo a segno nel 2019; si tratta dei finanziamenti movimentati dall’articolo 13 del decreto legge Liquidità (n. 23/2020), in favore di piccole imprese, esercenti, artigiani, professionisti, partite Iva, lavoratori autonomi e aziende agricole (mediante garanzia Ismea), tassate a bilancio o meno.

CiCre

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