Coronavirus, lavoratori a rischio povertà. Garantire il reddito o rischio rivolta sociale

La crisi economica prodotta dall’epidemia potrebbe alimentare tensione

L’emergenza sanitaria potrebbe avere ricadute evidenti in ambito economico tanto da poter parlare di emergenza sociale. Il governo sarebbe orientato a varare nelle prossime ore provvedimenti che prevede la sospensione, estesa a tutto il territorio nazionale, del pagamento di mutui, bollette e tributi. Un primo passo per fronteggiare l’emergenza. La sospensione dovrebbe valere già dalla prossima scadenza fiscale del 16 marzo. Non basta. Bisogna bloccare tutte le tasse, le imposte, i tributi, i mutui e prevedere agevolazioni forti per tutte le categorie che stanno soffrendo, per le attività produttive e commerciali, per l’artigianato, per il comparto agricolo, per gli operatori dello spettacolo e del turismo, per il privato sociale e per il Terzo settore, serve l’allargamento della cassa integrazione e l’estensione del reddito di cittadinanza senza restrizioni. Necessarie, urgenti misure economiche di sostegno per educatori dei servizi scolastici e lavoratori di portinerie e pulizie in appalto, per lavoratori dello spettacolo, stagionali, ristorazione, terzo settore, commessi, lavoratori autonomi e finte partite IVA(lavoratori che figurano come autonomi ma nei fatti dipendenti). Molti lavoratori in queste settimane vengono lasciati a casa vista la contrazione delle attività o gli vengono imposte ferie forzate. Occorrono misure adeguate di giustizia sociale. La situazione è preoccupante, potrebbero scoppiare vere e proprie rivolte sociali.

Ciro Crescentini

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