Coronavirus, la serrata dei padroni delle pompe di benzina

Il Presidente Conte: Invito tutti a soprassedere

Nel bel mezzo dell’emergenza coronavirus arriva la serrata dei titolari degli impianti di rifornimento dei carburanti. Da domani le pompe di benzina cominceranno a chiudere progressivamente in tutto il Paese. Un atto di irresponsabilità. Un atto eversivo, un attacco alle istituzioni democratiche. I padroncini pretendono bonus, sostegni economici mentre i loro dipendenti continuano a percepire sottosalari e operano con contratti precari.”Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio”, affermano i sindacati dei padroncini categoria Faib, Fegica e Figisc/Anisa annunciando la chiusura degli impianti: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali, e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria. “In un Paese che, malgrado i limiti strutturali e l’assoluta drammaticità della situazione, cerca e spesso trova il modo per far scattare meccanismi di solidarietà, c’è una categoria di persone, oltre 100 mila in tutta Italia, che, senza alcuna menzione, ha finora assicurato, senza alcun sostegno né di natura economica, né con attrezzatura sanitaria adeguata, il pubblico servizio essenziale di distribuzione di energia e carburanti per il trasporto di beni e persone”, fanno notare le tre sigle sindacali, parlando “di 100 mila persone che risultano essere letteralmente invisibili” per il Governo. I padroncini dopo avere accumulato profitti ora piangono e chiedono “sussidi pubblici”. La presa di posizione dei benzinai rischia di bloccare completamente il Paese ed innesca una serie di timori per quanto riguarda il trasporto merci e il rifornimento di supermercati e negozi di prima necessità. Immediata la replica del presidente del consiglio Giuseppe Conte in un’intervista al Tg5: “Invito tutti a soprassedere”. “Troveremo una soluzione con la ministra De Micheli. Ma non possiamo consentire che si arrivi a un’interruzione di questo pubblico servizio“.

Ciro Crescentini

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest