Coronavirus, ecco i lavoratori più esposti

il rischio varia durante l’epidemia 

Una ricerca coordinata dall’Università di Harvard ha indicato le principali categorie di lavoratori più al coronavirus: Medici e infermieri, autisti e conducenti dei mezzi di trasporto, negozianti e addetti ai servizi, addetti alle pulizie e collaboratori domestici, vigili del fuoco, forze dell’ordine e addetti alla sicurezza. Lo studio ha preso in esame i casi confermati di Covid-19 riportati dalle autorità di Hong Kong, Giappone, Singapore, Taiwan, Thailandia e Vietnam. Per ogni Paese sono stati considerati i 40 giorni dopo il primo episodio noto di trasmissione locale del virus, escludendo ogni caso di importazione. In totale sono stati identificati 103 possibili casi di contagio sul posto di lavoro, circa il 15% dei 690 contagi locali. Le categorie di lavoratori più colpite sono risultate cinque: operatori sanitari (22%), autisti e conducenti di treni, bus e tram (18%), addetti ai servizi e alle vendite (18%), addetti alle pulizie e collaboratori domestici (9%), addetti alla sicurezza pubblica (7%) come vigili del fuoco e forze dell’ordine. I contagi sul posto di lavoro hanno rappresentato quasi la metà dei contagi totali all’inizio dell’epidemia. Nei primi 10 giorni i lavoratori più colpiti sono stati addetti ai servizi e alle vendite e autisti. Nel mese successivo invece il rischio si è allargato a operatori sanitari, addetti alle pulizie, collaboratori domestici e forze dell’ordine. “La trasmissione del virus sul posto di lavoro ha un peso notevole nelle prime fasi dell’epidemia di Covid-19 – scrivono i ricercatori – e l’elevato rischio di contagio non è limitato agli operatori sanitari”. Per questo è importante “implementare le strategie di prevenzione e sorveglianza per i lavoratori ad alto rischio“.

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